
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
Lo so, eravate tutti preoccupati. Alcuni di voi non ci hanno dormito la notte. C'è chi ha dovuto prendere qualche goccia di lextotan per placare l'ansia e chi da buon osservante dei rimedi naturali e omeopatici si è sparato una valeriana. Tutti lì a chiedervi: ma il dalemiano Antonio Luongo si ricandida? Tranquilli, i giorni del dubbio e delle sofferenze sono finiti, finalmente potrete tornare al vostro sereno tran-tran. Antonio Luongo c'è, si sacrificherà di nuovo nel superiore interesse del Copasir, pardon della patria. C'è e ci sarà per sempre, anzi già si vocifera che lo mummificheranno per collocarlo nel corridoio dei "passi perduti"(Il transatlantico di Palazzo Montecitorio). Luongo come Lenin. La giusta ricompensa per aver sacrificato la vita ai superiori interessi del Paese. Mentre la nave Italia affonda, c'è chi si esercita a programmare le candidature alla Camera, al Senato, alla Regione, nello scantinato della Asl da qui all'eternità. Che dire, sembra davvero di stare a bordo del Titanic.
Un'ultima cosa: mi chiedo di nuovo a chi giova tutta questa cagnara sui "Costi della politica"? Uagliù, facimm ammuina, e mi raccomando che non si parli di riforme, di antidemocrazia, di Costituzione e diritti traditi e men che meno di Amnistia per la Repubblica. Intanto, le imminenti elezioni si annunciano se possibile ancora più illegali delle precedenti all'insegna dell'attento ai diritti civili e politici dei cittadini e degli "italiani brava gente". Nello studio di Porta a Porta la politica si fa con il pallottoliere e il sor Bruno si sfrega le mani sorridendo sornione. Il cittadino Cancellieri ammacca un programma e fa la domanda delle cento pistole al vincitore Crocetta, che nel frattempo è andato via. Li guardo attonito e provo a capire le formule magiche espresse da qualche apprendista stregone. Buongiorno Italia, Welcome to!!! Altro giro, altra corsa. Auguri Antonio, proverò a capire in cosa si sono concretizzati i tuoi lunghi anni da parlamentare in questa bella "democrazia reale".