
"A coloro che ci dicono che l'amnistia non si può fare, e che prima occorre fare leggi che aiutino ad alleviare la condizione delle carceri, vorrei rispondere con quello che abbiamo fatto fino a ieri in Parlamento".
Lo ha detto la deputata radicale Rita Bernardini, intervistata da Radio Radicale sull'attività della Camera sul tema: "In Commissione giustizia, calendarizzato da marzo, c'è in discussione un disegno di legge governativo che da allora non si è mosso di un millimetro. E' un disegno di legge delega, su depenalizzazione, decarcerarizzazione e messa alla prova, che ovviamente a noi sta molto a cuore. Non è l'amnistia, ma visto che tutti dicono che ci vuole altro, abbiamo lavorato in Commissione".
"Tre giorni fa ho ricevuto la convocazione per due sedute di Commissione, ieri e oggi. Ieri la Camera è stato sospesa per 15 minuti. Mi sono precipitata in Commissione, ed ho scoperto che ero l'unica iscritta a parlare. Non c'erano altri interventi. Ho parlato, e la seduta è stata aggiornata a settembre. Hanno annullato anche quella di oggi. Insomma: noi parlamentari stiamo andando in ferie, e non abbiamo fatto niente per affrontare le famose cause del sovraffollamento carcerario, e delle morti".
"Io mi sento responsabile, come membro della Commissione giustizia e come parlamentare, anche nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria (ne mancano settemila, oggi. E se non ci sono gli agenti significa che se i detenuti che oggi sono chiusi in cella 20 ore, ci rimangono 24), oltre che dei detenuti", ha detto la deputata radicale.
"Un detenuto è stato sei mesi in agonia, l'altroieri è morto, aveva tentato il suicidio, e non finirà tra i suicidi perchè si era buttato di testa dal terzo piano di un letto a castello in una cella che poteva contenerne uno, e i letti a castello sono vietati nelle celle. Si è buttato di testa, è stato per mesi in agonia, e l'altroieri è morto, al carcere di Teramo", ha concluso la Bernardini.
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