
Già oggi pendono presso la Corte europea dei diritti dell'Uomo circa 1200 ricorsi anche presentati da varie persone recluse a vario titolo nei nostri istituti di pena, che accusano lo Stato italiano di averle sottoposte a trattamenti inumani e degradanti".
Lo ha detto Alessandro Gerardi, avvocato e dirigente radicale, in una intervista a Radio Radicale dedicata alle prossime tappe della iniziativa politica radicale sul fronte della giustizia.
I Radicali stanno anche preparando un documento che sarà presentato al prossimo Comitato di Ministri del Consiglio d'Europa, e l'avvio di una serie di iniziative per l'attivazione dei meccanismi giuridici interni, "a partire dalla stessa richiesta di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica", ha detto Gerardi.
"E qui la mente non può non andare alla lenta trasformazione delle funzioni e delle prerogative del Capo dello Stato, che sempre più ha deciso di mutare il suo ruolo di Garante e custode della legalità costituzionale in quello di arbitro e mediatore tra le forze politiche, come peraltro testimonia il mancato utilizzo del potere presidenziale del messaggio alle Camere volto a richiamare il legislatore ai propri obblighi di fronte alla totale illegalità in cui versa il sistema giudiziario e penitenziario".
Gerardi ha annunciato anche altre due iniziative, nei confronti dei magistrati di sorveglianza e dei Gip.
Sui magistrati di sorveglianza, "l'ordinamento penitenziario assegna poche ma importanti funzioni al magistrato di sorveglianza", tra cui "quello di vigilare sulla organizzazione degli istituti di prevenzione e pena anche al fine di assicurare che la custodia degli imputati e dei condannati sia attuata in conformità con leggi e regolamenti. Ciò nonostante non è raro, anzi capita spessissimo di visitare carceri in cui i detenuti non hanno mai visto il magistrato di sorveglianza competente, il quale peraltro non si reca da loro nemmeno per i colloqui richiesti, e non evade le istanze che gli vengono rivolte", ha detto.
Sui Gip, "occorre ricordare che il 42 per cento dei detenuti italiani è in attesa di giudizio", un "dato abnorme", una "percentuale che non ha eguali nel panorama europeo". "Sono i Gip ad emettere le ordinanze che dispongono la custodia cautelare in carcere". "Abbiamo deciso di inviare a tutti i capi degli uffici Gip una diffida: non si ricorra al carcere come misura cautelare estrema ogni qual volta non si sia in grado di garantire al destinatario del provvedimento un trattamento carcerario giusto, conforme a principi e leggi. In caso contrario, alla diffida seguirà la relativa denuncia presso le Procure della Repubblica", ha detto Gerardi
Marco Pannella, pure intervenuto in diretta, ha commentato: "Noi radicali, accanto alla pratica nonviolenta che è il modo più efficace per difendere lo stato di diritto e i diritti umani, invitando i nostri interlocutori a rispettare la loro propria moralità, i loro propri doveri, i loro propri obblighi, seguiamo l'obbligo di ogni cittadino, che se si trova a passare e ad assistere ad un omicidio ha l'obbligo di intervenire, altrimenti è colpevole di un reato omissivo. Per questo dunque promuoviamo una azione di massa di attivazione e animazione del diritto, delle procedure, denunciando i magistrati di sorveglianza e gli uffici dei Gip. E' sicuro che l'immensa maggioranza dei magistrati di sorveglianza non rispetta la legge. Ci sarà un motivo? Cause di forza maggiore? Vedremo", ha detto Pannella.