
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani
Ci sono atteggiamenti che definirei rivelatori. E così, nelle ore immediatamente successive alla importante decisione sollecitata dalla Giunta e dal Presidente De Filippo, che di fatto dice stop a qualsiasi nuovo permesso di ricerca idrocarburi, si vede in giro gente che appare spaesata e deambula nel ciberspazio chiedendosi: e adesso cosa farò della mia vita? In queste ore, c’è chi si comporta come il bambino a cui hanno tolto il giocattolo. E come se dicessero: o Dio e adesso come faccio ad attaccare De Filippo sui permessi di ricerca? Tra questi anche qualche parvenu e neofita della legalità, improvvisamente votatosi alle lotte ecologiste.
Eppure, con un minimo di onestà intellettuale e soprattutto alla luce delle parole pronunciate ieri dal Presidente della Giunta, non si può non prendere atto che l’emendamento votato in sede di assestamento di bilancio va nella direzione di una moratoria chiesta da numerose associazioni.
Ieri, il Consiglio regionale ha interpretato il sentimento comune, il buon senso e ha dato voce e forza ai sindaci che si stanno opponendo ai permessi di ricerca che arrivano a ondate e che, se autorizzati, rischiano di trasformare l’intera regione in una gruviera.
L’articolo approvato recava ad oggetto: “Provvedimenti urgenti in materia di governo e consumo del suolo”. Ecco, appunto, governo di un territorio che va difeso, curato, salvaguardato.
Se abbiamo davvero a cuore il futuro di questa terra, al di là dei colori e delle bandiere, degli opportunismi e dei tatticismi e delle consuete prese di posizione da kamasutra partitocratico, questa scelta di governo va difesa e sostenuta.
Alla via così, procedendo ora verso una concreta applicazione della Convenzione di Aarhus, verso la creazione dell’anagrafe dei siti da bonificare e l’approvazione dell’anagrafe pubblica dei rifiuti. Abbiamo bisogno di riforme e anche di dialogo.
Paghiamo gli errori del passato e certo occorre rafforzare i monitoraggi e vigilare. Occorrono indagini epidemiologiche e biologiche. Ma viva Dio, se non siamo accecati dal desiderio di abbattere un qualche “nemico”, diamo a Cesare quel che è di Cesare e plaudiamo a una decisione coraggiosa che traccia una rotta e che non era né facile, né scontata.
Approfondimenti
Basilicatanet, 2 agosto 2012 [2]
Gazzetta del Mezzogiorno, 2 agosto [3]
da Radio Radicale, 2 agosto 2012 [4]
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