
Di seguito l’interrogazione per la quale la deputata radicale Rita Bernardini ha chiesto al gruppo del Partito Democratico la formula della risposta immediata.
Si ricorda che nelle interrogazioni a risposta immediata l’interrogante può porre una sola domanda.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA
Al Ministro della Giustizia
Per sapere - Premesso che:
Nelle prime ore della mattina del 29 giugno un detenuto 44enne, di origini italiane, si è suicidato impiccandosi nella cella del carcere di Teramo, dove era detenuto per reati vari, con le lenzuola in dotazione;
il detenuto suicida avrebbe finito di scontare le pena nell’agosto del 2017. A nulla sono serviti i pur tempestivi soccorsi da parte dei poliziotti penitenziari in servizio, così come si è rilevato vano l’intervento del medico di turno nel carcere e il successivo intervento del 118 che hanno solo potuto constatare il decesso;
sulla vicenda il segretario generale Uil penitenziari, Eugenio Sarno, ha dichiarato: “È il 24esimo suicidio in cella di questo 2012. Questa strage silenziosa non può non toccare e turbare le coscienze di tutta la società, politici, tecnici, cittadini, operatori della stampa hanno il dovere morale di interrogarsi sulla cause e chiedere conto ai responsabili politici e amministrativi del nostro sistema penitenziario. Pur essendo cosa nota a tutti l’inciviltà, il degrado, la bruttura, l’insalubrità che connota gran parte delle nostre prigioni assistiamo ad un assordante silenzio che offende la coscienza civile di una nazione civile. È del tutto evidente che le parole da sole non bastano più. Per quanto autorevoli ed accorati nemmeno gli appelli e le sollecitazioni del Presidente Napolitano hanno sortito effetti concreti. Dobbiamo prendere atto di una sostanziale inerzia della politica a risolvere le criticità del sistema”;
mentre la prima firmataria redigeva il testo dell’interrogazione, è arrivata la notizia di un altro suicidio nello stesso carcere, il carcere Castrogno di Teramo! Secondo l’AdnKronos a suicidarsi è stata una donna di 55 anni, che “si è impiccata in cella a un giorno di distanza dal suicidio di un detenuto pescarese. Doveva scontare 18 anni”. Così riporta la tragica notizia la citata agenzia di stampa: “TERAMO. Secondo suicidio nel giro di 24 ore nel carcere teramano di Castrogno, uno dei più sovraffollati d’Italia. Intorno alle 11, approfittando dell’assenza della compagna di cella, si è impiccata Tereke Lema Alefech, 55 anni, la badante etiope che nel marzo scorso è stata condannata a diciotto anni di reclusione con il rito abbreviato dalla Corte d'assise di Teramo per aver ucciso a sprangate, nell'ottobre del 2010, la collega eritrea Gabriella Baire, 62 anni, nel sottotetto di un condominio di via Pannella. L'avvocato dell'imputata, Maria Assunta Chiodi, aveva chiesto l'assoluzione per infermità mentale. Secondo la difesa, la perizia psichiatrica cui è stata sottoposta Tereke Lema Alefech - e che l'ha dichiarata capace di intendere e di volere - è stata inadeguata. Il suicidio della donna segue di un giorno quello del detenuto pescarese Mauro Pagliaro, 44 anni, che si è ucciso con le stesse modalità, impiccandosi alle inferriate della cella nella quale in quel momento si trovava da solo. Le due tragedie chiamano in causa i gravissimi problemi della casa circondariale teramana: il sovraffollamento (ci sono 430 reclusi a fronte di una capienza di 270), la carenza di personale (ci sono 178 agenti ma la pianta organica, vecchia di dieci anni, ne prevede 202) e l’inadeguatezza della struttura, che in questi giorni di grande caldo si trasforma in un autentico forno”;
purtroppo la straordinaria situazione emergenziale del carcere di Teramo non si esaurisce con i drammatici fatti appena esposti perché nel frattempo giunge anche all’interrogante la seguente notizia: CARCERI: SVENTATO IL TERZO SUICIDIO IN TRE GIORNI A CASTROGNO (ANSA) - TERAMO, 2 LUG - Il terzo suicidio in tre giorni e' stato sventato dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Castrogno. M.D.G., 43 anni, ha tentato di impiccarsi oggi, poco dopo mezzogiorno, con le stesse modalita' con cui venerdi' e poi sabato si sono tolti la vita un pescarese di 44 anni e una eritrea di 55, utilizzando le lenzuola del letto della propria cella per formare un cappio da appendere alle sbarre della cella. Stavolta il personale di custodia del penitenziario teramano e' intervenuto tempestivamente: hanno soccorso l'uomo che, dopo le cure del caso, e' stato trasferito in altro reparto e sottoposto a sorveglianza a vista. '' Al momento non si conoscono le cause del gesto – ha affermato Giuseppe Pallini, segretario provinciale del sindacato Sappe -. Certo e' che questa escalation di episodi gravissimi preoccupa non poco, anche perche', al momento nessuno ha delle soluzioni. Probabilmente, in attesa di interventi strutturali dell'intero sistema carcerario, trasferire un centinaio di detenuti in altri istituti di pena, solleverebbe dal disagio quello teramano'':-
Se il Governo intenda intervenire finalmente in modo adeguato per interrompere la mattanza delle morti e dei suicidi in carcere e, in particolare, per quel che riguarda il carcere di Teramo, se non ritenga di dover fornire urgentemente ulteriori approfondite informazioni – soprattutto in termini di responsabilità - sulla situazione che si è via via venuta a creare.
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