
Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e presidente onoraria dell’associazione Luca Coscioni ha dichiarato:
Non si può che salutare con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare manifestamente inammissibile il quesito sollevato dal tribunale di Spoleto relativo all’articolo 4 della legge 194 sull’aborto.
Da una parte la decisione della Consulta conforta: se il ricorso fosse stato accolto, si sarebbe inferto un colpo durissimo al diritto della donna di poter interrompere una gravidanza non desiderata, e l’Italia sarebbe ripiombata nel clima oscurantista in cui le lotte radicali l’hanno strappata, con i referendum, le iniziative politiche dentro e fuori il Parlamento, gli arresti di Emma Bonino, Adele Faccio, Gianfranco Spadaccia e Giorgio Conciani.
Il problema tuttavia è tutt’altro che risolto: grazie a un’interpretazione strumentale del diritto di obiezione di coscienza – che nessuno intende mettere in discussione e pregiudicare – intere strutture sanitarie in molte regioni del paese, soprattutto del Mezzogiorno, non garantiscono alle donne il diritto di poter interrompere una gravidanza indesiderata; questo accade in aperta, ostentata violazione della legge 194: che certo tutela il diritto del medico di “obiettare”, ma soprattutto impone alla struttura sanitaria di garantire che il diritto all’aborto sia comunque assicurato. Troppo spesso, grazie all’inerzia e all’indifferenza di chi, istituzionalmente, come abbiamo chiaramente documentato e denunciato, questo diritto dovrebbe tutelare e garantire, i diritti della donna sono messi in discussione e pregiudicati, la 194 viene clamorosamente disattesa e disapplicata. Una situazione intollerabile che non siamo disposti a tollerare