
Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata Radicale membro della Commissione Giustizia:
Far lavorare i detenuti nella ricostruzione post-terremoto: una “piccola idea”, così l’ha definita la Ministra Severino che l’ha proposta. Un’idea che appoggio e che voglio vada subito in porto, anche se, da radicale, temo che si riduca ad un spot che fa molta pubblicità a chi lo promuove ma che - anche qualora fosse realizzata la “piccola idea” - non sposta di un millimetro la necessità immediata di un intervento di amnistia e di indulto per rimuovere l’illegalità delle carceri italiane dove vengono praticati - da anni! - trattamenti disumani e degradanti sia nei confronti dei detenuti che del personale che vi lavora. Per non parlare del debito giudiziario – di cui il carcere è l’ultima appendice – degli oltre dieci milioni di procedimenti penali e civili pendenti come un macigno sulla vita del Paese.
Mi auguro che si dia la possibilità immediata di lavoro a quei detenuti “senza reato” che si ritrovano nelle case di lavoro di Castelfranco Emilia e di Saliceta San Giuliano che hanno la non secondaria caratteristica di essere delle vere e proprie prigioni… dove il lavoro non c’è e dove chi vi è recluso – in Emilia parliamo di quasi duecento persone – è ancora oggi vittima del Codice Rocco. Si tratta, infatti, di persone che hanno già scontato interamente la loro pena che vengono però sottoposte a misure di sicurezza detentive che possono durare all’infinito tanto che sono state appropriatamente ribattezzate “ergastoli bianchi”. Alla Camera dei deputati è depositata in materia una proposta di legge redatta insieme all'Associazione Il Detenuto Ignoto.
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