
Dichiarazione di Rita Bernardini, radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera dei deputati.
Non ci sono solo i referendum radicali del 1978 e del 1993. I molti (moltissimi!) saggi e giusti dell’ultima ora che oggi imperversano sui media dimenticano il referendum abrogativo che i radicali promossero sulla legge dei rimborsi elettorali con la raccolta firme del 1999 e il successivo voto popolare del 2000.
Quel voto del 2000 fu vincente per la maggioranza schiacciante dei sì (71,1%), ma vanificato dal mancato raggiungimento del quorum (votò solo il 32,2% degli elettori).
E come mai un argomento così popolare fu così poco partecipato?
All’epoca non ci furono gli editoriali scandalizzati di oggi che arrivano a chiedere la cancellazione dei rimborsi per decreto legge. Né ci furono i talk show che oggi si scatenano peraltro senza mai invitare i radicali. Si vadano a vedere i dati di allora sui tempi delle trasmissioni radiotelevisive. Le uniche dichiarazioni che furono super - pubblicizzate furono quelle di Silvio Berlusconi (che almeno ci mise la faccia) che esortava gli elettori a disertare le urne per concedersi una giornata di vacanza al mare; "quelle riforme richieste con i referendum - disse - le farò io appena eletto". Gli altri esponenti dei partiti (al Governo c’era il centrosinistra con il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema) tutti zitti, perché il silenzio antidemocratico e letteralmente fascista avrebbe fatto il resto.
Lo ripetiamo con Marco Pannella: il problema in Italia è quello dell’antidemocrazia. A furor di popolo si sarebbero potute fare decine di anni fa tutte le riforme che oggi si invocano e per la mancanza delle quali oggi il nostro Paese è in ginocchio.
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