Dichiarazione di Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani
Il dibattito in corso sull’abolizione della Cassa integrazione straordinaria proposta dal governo Monti sta mettendo a nudo molte scomode verità, denunciate ormai da quarant’anni da noi Radicali in perfetta solitudine.
Cassa integrazione straordinaria significa:
- privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite;
- spesa pubblica clientelare (=improduttiva) a vantaggio delle grandi imprese assistite, decotte o “furbe” (vero, Marcegaglia?) contro quelle più competitive;
- difesa di posti di lavoro esistenti solo sulla carta (dice niente il nome “Termini Imerese”? Dice niente “Arese”?) e non dei lavoratori, la maggior parte dei quali: a) non possono beneficiare dell’istituto se non “in deroga”, cioè a discrezione dei padrini politici di turno dell’impresa per la quale si lavora; b) risultano formalmente occupati, ma sono sostanzialmente disoccupati.
Infine:
Susanna Camusso sa dire in quale percentuale le clausole di rientro (=rientro dei lavoratori sul posto di lavoro una volta terminata la Cigs) vengono rispettate?
Una cosa deve essere chiara: difendere la Cassa integrazione straordinaria vuol dire continuare ad impedire la riforma universalistica (cioè per tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore, dalla tipologia, dalla dimensione dell’impresa per la quale si lavora) degli ammortizzatori sociali e la parte peggiore dell’imprenditoria italiana. Davvero i sindacati vogliono continuare a portarsi questo peso sulla coscienza?