
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Radicali Italiani:
Ha ragione il senatore Castelli, siamo di fronte a una resa dello Stato, ma la resa non è rappresentata dal decreto cosiddetto “svuota carceri”: un pannicello caldo che certo non risolverà il problema di galere assurte a luoghi di tortura per detenuti e agenti di Polizia penitenziaria. Sì, senatore Castelli, lo Stato si è arreso all’illegalità, rappresentata dal mancato rispetto dell’art. 27 della Costituzione, dal mancato rispetto della Convezione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. E tra coloro che hanno dichiarato la resa c’è anche lei, che è stato Ministro di Grazia e Giustizia e che in assoluta continuità con i suoi predecessori nulla ha fatto per affrontare quella bancarotta della giustizia denunciata da decenni dai Radicali, nulla ha fatto per riconsegnarci carceri degne di un paese civile. Anzi no, qualcosa l’ha fatta anche lei senatore Castelli: ha contribuito a perpetuare la lottizzazione da parte di tutte le correnti dell’Anm delle cariche apicali all’interno del Ministero di Grazia e Giustizia.
Sì Senatore, lo Stato sì è arreso - e da tempo - di fronte all’assenza di Stato di diritto, di fronte al mancato rispetto del dettato costituzionale, di fronte al fatto che la costituzione scritta è stata soppiantata dalla costituzione materiale. E del resto, Senatore, è stato proprio lei negli studi di “porta a porta” a sostenere che “ormai c’è una costituzione materiale”. Il suo argomentare era finalizzato a dar forza all’inesistente elezione diretta del premier. Proprio vero: lo Stato si è arreso e resta muto e afasico di fronte alla irragionevole durata dei processi e alla amnistia clandestina e di classe chiamata prescrizione. Si è arreso e non ha voluto ascoltare nemmeno le parole pronunciate nel 2011 dal primo Presidente della suprema Corte di cassazione: “I tempi eccessivi costituiscono un grave pericolo per il rispetto dello Stato di diritto, conducendo alla negazione dei diritti consacrati dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.” Pensi un po’ Senatore, pazzi come siamo, nel 2009 licenziavamo un documento nel quale scrivevamo che da 60 anni, in Italia, al regime fascista del Partito-Stato ha fatto seguito il regime “sfascista” dello Stato dei Partiti. La vergogna, quella vera, è questa. La vergogna e l’infamia vivono nell’impossibilità di poter far conoscere all’opinione pubblica le ragioni che ci hanno spinto a proporre un provvedimento di amnistia e indulto. Ed è una vergogna che quasi nessuno potrà ascoltare le motivazioni che hanno spinto la delegazione radicale ad astenersi sul decreto che lei definisce resa e noi definiamo alibi. Nessuno o quasi conoscerà le parole pronunciate in aula da Rita Bernardini che ha detto: “Questo decreto-legge rischia di divenire l'alibi per non fare quello che è necessario e ormai improcrastinabile per corrispondere a quanto da trent'anni la giustizia europea ci ingiunge di fare per rientrare nella legalità su giustizia e carceri.”
La vergogna prodotta dalla “democrazia reale” italiana, dal reiterato attentato ai diritti civili e politici dei cittadini italiani. Questa si una vergogna!!!
Amnistia Senatore, altro che “svuota carceri”. Amnistia per la Repubblica, di questo abbiamo bisogno. Per dirla con Marco Pannella, “un’amnistia quale proposta di riforma strutturale dell’amministrazione del sistema giudiziario italiano, sovraffollato oltre che nelle immonde carceri anche e soprattutto da 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti.” L’Amnistia prevista dall’art.79 della Costituzione. Noi, Senatore, siamo talmente impuniti e sfrontati da esigere che il nostro stato interrompa la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione. Avete urlato vergogna, e io mi permetto di dirLe vergognatevi per l’assenza di legalità e stato di diritto, per i diritti negati e la democrazia che non c’è. Vergognatevi per l’ennesimo tentativo di cavalcare le paure. Vergognatevi perché sapete difendere solo i vostri interessi di bottega e non gli interessi di un paese messo in ginocchio da questo sessantennio.
Vergognatevi perché restate sordi di fronte alla patente e reiterata violazione dei più elementari diritti umani, salvo mobilitarvi per salvare il frutto delle vostre razzie.
Senatore, non me ne voglia se mi permetto di dedicarle le parole che Tacito fa pronunciare a Calgaco: “I Romani… predoni del mondo, dopo che per le loro devastazioni non trovano più terre da conquistare, perlustrano il mare. Avidi se il nemico è ricco, tracotanti se è povero. Tali che né l’oriente, né l’occidente potrebbero mai saziarli. Soli fra tutti bramano con pari avidità il dominio sui ricchi e sui poveri. Rubare, trucidare, devastare, con falsa denominazione chiamano tutto ciò “diritto dell’autorità”, e là, dove fanno il deserto, dicono che c’è la pace”.
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