
COPENHAGEN, 26 gennaio 2012 – Matteo Mecacci, Presidente della Commissione Diritti umani dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE, ha invocato oggi il rispetto dei diritti umani e il miglioramento delle condizioni nelle carceri del Kirghizistan, dopo che il governo kirghizo ha riferito che l’80 per cento dei detenuti del paese ha proclamato lo sciopero della fame.
Più di 400 detenuti in quattro istituti penitenziari in Kirghizistan si sarebbero cuciti la bocca nell’ambito della protesta in atto per chiedere condizioni carcerarie migliori.
L’azione dei detenuti ha fatto seguito alla chiusura dell’ultima cella comune, al cui interno essi potevano muoversi liberamente notte e giorno.
“I diritti umani non si fermano all’ingresso della prigione”, ha affermato Mecacci, Presidente della Commissione Diritti umani, Democrazia e Questioni umanitarie dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE. “I diritti essenziali devono essere sempre rispettati, anche all’interno degli istituti di custodia cautelare. Spero che le autorità possano riconsiderare la chiusura delle celle comuni, in modo da assicurare ai reclusi una minima libertà di movimento durante la carcerazione”.
Secondo quanto affermato dalle autorità del Servizio penitenziario nazionale, la scorsa settimana in 13 dei 17 centri penitenziari e colonie penali del paese è stato proclamato lo sciopero della fame. Il governo riferisce che su 1.300 detenuti solo 260 stanno accettando il cibo.
Il difensore civico per i diritti umani della Repubblica del Kirghizistan ha invitato a “risolvere la situazione con la massima urgenza”.
L’Assemblea parlamentare dell’OSCE è formata da 320 parlamentari provenienti da 55 Paesi, che vanno dall’Europa all’Asia centrale all’America del nord. L’Assemblea rappresenta un foro per la diplomazia parlamentare, monitora le elezioni e rafforza la cooperazione internazionale a sostegno degli impegni assunti in materia di politica, sicurezza, economia, ambiente e diritti umani.
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