È ora di pagare come chiedono gli italiani. Tarquinio fugge il confronto
Ora che non sono solo i Radicali a chiedere l’abolizione dell’esenzione Ici per le attività commerciali degli enti ecclesiastici, dalla stampa cattolica tornano anatemi e fatwe dopo che questa estate mi avevano persino dato del massone.
È inutile che il direttore di Avvenire e Famiglia cristiana ripetano che vogliamo tagliare i fondi alle parrocchie o alla Caritas. Al contrario, chiediamo l’eliminazione dei privilegi fiscali garantiti alle strutture ecclesiastiche che fanno business, ad esempio nel settore turistico o ricettivo.
Non è vero che pagano l’Ici, lo abbiamo documentato già questa estate.
Grazie alle norme attuali, un pensionato religioso che fa pagare una retta di 600 euro al mese ad uno studente per una camera oggi non paga l’Ici. Lo stesso dicasi per le case per ferie che si comportano di fatto come degli alberghi. Nel 2005 l’Anci aveva stimato in più di 400 milioni di euro il mancato introito per queste esenzioni, cifra che, alla luce della
rivalutazione del 60% degli estimi catastali, sfiora oggi i 700 milioni di euro.
Ma v’è di più, perché forse assai più grande è l’area della elusione, che si verifica ogni volta che quello stesso pensionato accoglie oltre agli studenti anche turisti e lavoratori, oppure quando una struttura riservata al clero affitta camere anche a privati, cosa che abbiamo dimostrato con varie video inchieste.
Solo a Roma Alemanno ha recuperato in un anno oltre 10 milioni di euro di Ici non pagata grazie ad alcuni accertamenti.
La realtà è un’altra: dopo che questa estate siamo riusciti a rompere il tabù, consentendo agli italiani di sapere quanto ci costa la “tassa Vaticano”, una manovra che reintroduce l’Ici per tutti ma non per gli affari vaticani suscita un forte senso di ingiustizia.
Tarquinio smetta di mistificare e accetti quel confronto pubblico, magari sulla Rai, che da agosto rifiuta.
Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani
Le video inchieste:
Casa del clero [2]
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