
Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata radicale, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.
Per la terza volta la Corte di Giustizia europea torna ad affermare che non è compatibile con il diritto comunitario l’esclusione della responsabilità civile nel caso in cui l’errore del magistrato sia dovuto ad una errata interpretazione di norme di diritto o di valutazione del fatto o delle prove, poiché ciò rientra nell’essenza vera e propria dell’attività giurisdizionale. I giudici europei ci invitano dunque a ripensare il sistema della responsabilità civile del magistrato nella direzione di una sua maggiore concretezza ed efficacia, abrogando tutte quelle norme contenute nella legge n. 117/1988 che hanno di fatto reso vano l’esito del referendum radicale del 1987 promosso sull'onda del caso Tortora e che registrò il voto favorevole dell'80% degli italiani. Su questa materia la delegazione radicale ha da tempo depositato due proposte di legge in Parlamento, ma purtroppo quando si tratta di affrontare il nodo delle riforme strutturali della giustizia e del carcere tanto la maggioranza quanto l’opposizione sembrano saper procedere solo in modo demagogico, confuso ed inconcludente. Tutti coloro che, come l’Associazione Nazionale dei Magistrati, si dicono preoccupati di voler garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, dovrebbero cominciare a domandarsi se per il cittadino italiano sia ancora tollerabile un assetto normativo come quello attuale, espressione di un regime di totale insindacabilità ed irresponsabilità del magistrato nell’esercizio delle sue funzioni.
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