
I deputati delle delegazione radicale nel Gruppo del PD, asseconderanno con la loro astensione l’approvazione dei provvedimenti in esame.
Ma una cosa la vogliamo lasciare agli atti: nessun governo può permettersi di fare l’economia del più grande problema istituzionale e sociale del nostro Paese: quello della Giustizia e delle carceri. Purtroppo, sembrerebbe che nessun governo, tuttora, sia pronto a farlo. Non si tratta solo di un dovere. Riteniamo che sia “obbligo” costituzionale, internazionale, europeo interrompere la flagranza letteralmente criminale del nostro Stato nei confronti dei vincoli di legge, morali, umani.
Dieci milioni sono le famiglie coinvolte in questa vera e propria bancarotta democratica, umana, civile, economica. Se ci sarà crescita - e dovrà esserci crescita! – il rischio è che si costruisca sulle macerie dello stato di diritto, di vite e di diritti umani calpestati, umiliati, soffocati… magari in una camera di sicurezza… come è accaduto al senegalese Saidou Gadiaga a Brescia.
Noi radicali siamo determinati a ripetere il successo che ha arriso in questi decenni alle grandi riforme civili e sociali che la partitocrazia unita - onnipotente, prepotente, impotente - non riuscì ad impedire.
Come al solito, diamo letteralmente corpo, da nonviolenti, anche a livello istituzionale a un obiettivo: è questo il senso e la forza dell’offerta che facciamo della candidatura di Marco Pannella Ministro della Giustizia.
Una provocazione? Sì, una provocazione non provocatoria. Assolutamente seria, responsabile, misurata. Necessaria a tutte – ripeto tutte! – le istituzioni… soprattutto se consideriamo l’abisso che ci circonda e in cui rischiamo di precipitare. E “ABISSO” è parola usata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che quattro mesi fa richiamava la politica – tutta! - ad uno scatto che finora, colpevolmente, non c’è stato.
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