
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Il tribuno Tonino colpisce ancora. Piomba in Basilicata e punta a fare bella figura suonando la campana dell’ultimo giro per l’assessore regionale alle attività produttive Erminio Restaino. Il Tonino nazionale sa bene che i suoi governano la Lucania Fenix da oltre un decennio e quindi non può allargarsi troppo. E certo, non possiamo pretendere dal Tribuno un’analisi che sposi la tesi radicale del “Caso Basilicata come simbolo del caso Italia”.
A Tonino e ai sepolcri imbiancati che lo rappresentano possiamo però chiedere come mai non si siano accorti prima di quanto andava avvenendo in seno alla lottizzatissima agenzia regionale per l’ambiente. Lottizzata non solo dalla corrente Restaino.
Come avvoltoi intorno a una carogna, tutti si accaniscono sul cadavere politico di Erminio Restaino, ma nessuno vuole analizzare il sistema di potere che ha prodotto “Il caso Arpab”.
Volendo seguire il filo dei ragionamenti dipietristi, trovo piuttosto riduttivo che ci si limiti a chiedere la testa di Restaino, non proferendo verbo su tutti coloro che hanno ricoperto la carica di assessore regionale all’ambiente, sul dipartimento ambiente della Provincia targato IDV o sulle assunzioni di interinali in Regione, anche quelle lottizzate.
Ogni volta che ascolto Di Pietro ho la sgradevole sensazione che tragga ispirazione dal codice di diritto canonico più che dal dettato costituzionale.
Da buon fariseo, il Tonino nazionale utilizza la questione morale in base alle contingenze, alle coordinate geografiche e alle cariche ricoperte dai suoi accoliti.
A chi annuncia la nascita di non so quale terza repubblica, gioverà segnalare che nella migliore delle ipotesi siamo ancora ai tempi supplementari della prima, ai regolamenti di conti tra cosche partitocratiche e in un clima da basso impero romano.
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