Sintesi della mozione generale, a prima firma del segretario Mario Staderini e del tesoriere Michele De Lucia, approvata a larga maggioranza dal X Congresso di Radicali Italiani riunito a Chianciano Terme dal 29 ottobre al 1° novembre 2011:
“In Italia sta trionfando l'antidemocrazia, la violenza contro la legalità e la negazione sistematica dei diritti umani”, così il X Congresso di Radicali Italiani, che si chiude oggi a Chianciano Terme, denuncia nella mozione generale approvata la progressiva distruzione dello Stato di diritto in atto nel nostro Paese, evidenziata dallo sfascio della giustizia e dal venir meno delle condizioni minime di rispetto delle regole democratiche; e rileva come in questo contesto di illegalità “si aggravi ulteriormente la regola per cui il popolo italiano non deve poter conoscere, confrontare e paragonare l'opera del Partito Radicale e dei suoi soggetti costituenti a causa dei temi di cui sono portatori e che cercano di affrontare”.
Per questa ragione il Congresso “impegna gli organi dirigenti a battersi affinché si pervenga finalmente ad una complessiva riparazione nei confronti dei cittadini”. E “si rivolge al Presidente Napolitano affinché valuti a fondo, quale supremo garante della Costituzione, gli studi accumulati dai Radicali circa la verità della storia civile che si incarna nel nostro Paese, dal disastro ideologico a quello idrogeologico, da quello morale al semplice rispetto della legalità, attraverso la cancellazione dei più fondamentali diritti democratici. Sottopone in particolare all'attenzione del Presidente della Repubblica - che 5 anni fa partecipò alla marcia di Natale per l'amnistia- come le sue parole di tre mesi fa sulla "prepotente urgenza" di una soluzione per il dramma carcerario siano rimaste prive di una qualsiasi conseguenza sul piano pratico, non avendovi fatto seguito alcuna misura concreta atta a porre rimedio alla condizione di flagranza di reato perpetrata dallo Stato italiano”.
In un quadro che vede gli stati nazionali “incapaci di affrontare le grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi finanziaria e dei debiti sovrani ai flussi di migranti, dai rischi della “bomba” demografica al debito ecologico, sino all’universale riconoscimento dei diritti umani e alla concreta vigenza delle convenzioni internazionali" il Congresso “rilancia la riforma dell'attuale Unione europea intergovernativa per la creazione degli Stati uniti d’Europa, cioè di una federazione fondata sui diritti umani fondamentali, inclusi i diritti civili e politici, quale risposta alternativa a quella nazionalista e populista di fronte al collasso economico e al vuoto di democrazia”.
Quanto al Partito Democratico, il Congresso di Radicali Italiani “constata che prevale nei vertici del PD la strategia di subordinare alla ricerca di alleanze con qualsiasi componente della partitocrazia che possa svolgere una funzione antiberlusconiana qualsiasi contenuto obiettivo di riforma e riforme, escludendo così proprio le riforme più urgenti e popolari presso il suo stesso elettorato”, tuttavia “guarda con attenzione a tutte quelle iniziative politiche che, anche dall’interno del Partito Democratico, possono riportare attenzione proprio su quei contenuti sui quali esiste una già matura e potenziale profonda sintonia con gli obiettivi storici radicali, come l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti e del valore legale del titolo di studio unitamente al maggioritario secco proposte di recente da Matteo Renzi, o la chiara indicazione di Nicola Zingaretti per gli Stati Uniti d’Europa”.
Infine in vista del Congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, il Congresso di Radicali Italiani impegna a “predisporre ogni possibile iniziativa per investire le giurisdizioni europee ed internazionali della illegalità di chi occupa le istituzioni italiane ed affermare così i diritti umani sempre più negati” e a lanciare una “campagna straordinaria di iscrizioni di “doppie-tessere” al Partito tra parlamentari, dirigenti e militanti politici, a livello nazionale e locale”.
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