
"Da subito e più volte, come al solito silenziati, avevamo affermato la necessità che venisse chiesto a chi era emerso come il partner locale dello spodestamento di Gheddafi di impegnarsi a promuovere i Diritti Umani in Libia attraverso la ratifica di tutti i trattati, convenzioni e patti che codificano e rendono universali le libertà individuali. La Farnesina aveva addirittura dato parere favorevole a un ordine del giorno dei Radicali, che in Senato affermava tale irrinunciabile necessità, ricordando come al CNT fosse già stato chiesto un impegno in quel senso. Oggi, all'indomani dell'oscura fine del Colonnello, oltre che dichiararsi a favore di un'indagine che non potrà che essere internazionale per poter essere realmente indipendente, occorre impegnare chi è stato aiutato a liberarsi a riconoscere quei Diritti Umani storicamente acquisiti all'umanità negli ultimi 40 anni e che sono codificati in decine di documenti che Gheddafi ha ignorato calpestando la libertà e la dignità di milioni di persone in Libia. Preoccuparsi solo ed esclusivamente della possibilità della coesistenza religiosa è atteggiamento di grave, se non reazionaria, parzialità. Ai chi vive in Libia, che si tratti di cittadini libici o no, occorre poter dare la possibilità di ricostruirsi un'esistenza basata sulla certezza del diritto e sulle libertà, tutte le libertà e non solo quella di poter pregare pubblicamente. Si torni al Consiglio di Sicurezza per consolidare la liberazione nel diritto internazionale.
Dichiarazione del Senatore Marco Perduca, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati