
I deputati radicali hanno appreso dal Presidente del Gruppo del PD alla Camera Dario Franceschini che, prima il PD in assemblea e successivamente tutti i capigruppo delle opposizioni, hanno deciso di non essere presenti in aula alle 11 in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio.
I parlamentari della delegazione radicale hanno da parte loro deciso di essere presenti per rispetto del ruolo istituzionale del Presidente del Consiglio ritenendo che chi si candida a governare dovrebbe fare altrettanto soprattutto in un Paese dove da sessant’anni – e oggi ancor di più – si violano costantemente i principi fondamentali dello Stato di Diritto.
Basti pensare a come è ridotta la giustizia e la sua appendice carceraria. Nel tollerare il suo disfacimento – con il pesante carico di vite umane sequestrate, spezzate, cancellate – sono tutti uniti, centrodestra e centrosinistra.
Questa storia di uscire dall’aula quando entra Berlusconi, per il cui governo le delegazioni radicali di Camera e Senato non hanno mai votato la fiducia, ricorda troppo quando l’unità nazionale del fascio partitocratico degli anni ‘70 disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante. Ma i voti dell’MSI andavano però benissimo quando si trattava di eleggere i Presidenti della Repubblica o spartirsi la torta del finanziamento pubblico dei partiti. Quando tutti uscivano dall’aula perché parlava Almirante, i quattro deputati radicali rimanevano ai loro posti ad ascoltare, loro che erano gli unici a denunciare le leggi di spesa alimentatrici del debito pubblico votate al 90%, tutti assieme, MSI compreso.
Dichiarazione dei parlamentari radicali Emma Bonino, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Marco Perduca, Donatella Poretti, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti.
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