
La prepotente urgenza della giustizia, del carcere…
“Dico che c’è il problema della giustizia: il problema che il presidente Giorgio Napolitano con ammirevole precisione ha denunciato come una ‘prepotente urgenza’; ma esistono troppe cose che fanno che si che questa prepotenza sembra essersi persa”. Così, tra l’altro, Marco Pannella intervenuto prima a “Rai news 24”, successivamente a “Radio Radicale”. Pannella poi ricorda come si sia documentato, grazie al Centro d’Ascolto Radicale come questa “prepotente urgenza” sia clandestina: “ed è la cosa più grave: nei tre mesi intercorsi tra il 28 luglio a oggi, da quando il Presidente Napolitano ha denunciato la flagranza di violazione di legge in cui lo Stato italiano si trova, da quel momento, e malgrado che il 14 agosto vi siano stati migliaia di cittadini che hanno fatto un giorno di sciopero della sete e della fame per far conoscere quelle affermazioni degli italiani, quella denuncia del presidente è stata completamente ignorata…Abbiamo documentato che in questi tre mesi e mezzo si è dato infinitamente più spazio ad avvenimenti come i delitti di Avetrana o Melania Rea, che al presidente Napolitano e a quanto ha denunciato nella sua veste di garante dei diritti di tutti”.
Si vuole impedire al popolo di conoscere, di sapere...
Si è impedito al popolo italiano di essere informati su questo problema, aggiunge Pannella, “sicchè oggi si continua a sentir dire una cretinaggine: che l’indulto e l’amnistia sono provvedimenti provvisori, perché poi tanto le carceri si riempiono di nuovo; mentre noi sosteniamo che l’amnistia è l’unica proposta – altre non se ne sono fatte – di riforma irrinunciabile strutturale per la giustizia italiana, e quindi anche carceraria”.
Accade quello che è accaduto in passato, aggiunge Pannella; quando, fin dagli anni ’80 si denunciava la gravità e la insostenibilità del debito pubblico, la questione energetica, il problema della riforma delle pensioni, tutte quelle cose, insomma che oggi riguardano oggettivamente gli “indignati” di tutto il mondo: “I radicali hanno sollevato questi problemi più di trent’anni fa. Ebbene, non è mai stato possibile, in tutto questo tempo, avere un dibattito pubblico, far conoscere posizioni e proposte, mai un confronto…”.
Emma Bonino per Palazzo Chigi
Cosa propone Pannella per superare la crisi in cui si è precipitati? “Dico chiaramente a quanti come Nichi Vendola, Pierluigi Bersani, i “buoni a niente” che dinanzi al fallimento del “capace davvero ma davvero di tutto”, cioè Berlusconi, adesso vogliono convincere il paese che non c’è alternativa tra loro e Berlusconi…dico che il problema non è il berlusconismo, ma la partitocrazia. Il berlusconismo è l’ultimo figlio della partitocrazia”.
Pannella aggiunge che o si arriva alla sfiducia parlamentare o alle dimissioni volontarie di Berlusconi. Sono così il presidente della Repubblica può assumere le sue funzioni come previsto dalla Costituzione, e avviare consultazioni, attribuire un nuovo incarico. Fino a quel momento il presidente della Repubblica non può e non deve fare nulla.
Poi Pannella mette in guardia dai colpi di coda della partitocrazia: l’ultimo tentativo sarà quello di “rendere il sistema ancora più oligarchico, con l’attuale sistema elettorale porcellum, magari riducendo gli eletti al Parlamento: perché in questo modo i “nominati” saranno ancora più ‘controllabili’… Su questo, per quel che ci riguarda siamo contrarissimi”.
“A questo punto”, aggiunge, “per quel che ci riguarda c’è un conto aperto da parte del popolo italiano con la partitocrazia: da quando Emma Bonino che i due terzi che la volevano presidente, venne fatta fuori dalla partitocrazia anche dall’Europa, dove tirarono fuori come uomo di stato a Bruxelles Romano Prodi; fu un accordo, ancora una volta di Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi, gemelli sostanziali fin da allora. Noi abbiamo dunque Emma for president: quando si invoca una personalità che abbia prestigio internazionale, ecco, noi abbiamo questo candidato. Che ha prestigio internazionale e popolarità non populista, in Italia. Ribadisco: Emma Bonino”.
Il problema che pongo a Napolitano
Il presidente della Repubblica, da supremo da garante, il 28 luglio scorso ha posto un problema, quello “prepotente urgenza”, in cui versano la giustizia italiana e le carceri. “A questo punto”, sottolinea ancora Pannella, “ ha il documento, la prova provata [2] che in questi tre mesi su questa prepotente urgenza”, per lo stato e la democrazia italiana, pur di poter impedire ai radicali di poter parlare perché il paese possa giudicare, fatti come quelli di Avetrana ha avuto molto più ascolto e conoscenza di quello del problema centrale, come fatto sociale”.
Subito comitati “Emma for Palazzo Chigi” e un intergruppo radicale…
A questo punto Pannella si augura che in Parlamento si sappia e si possa formare, con i parlamentari che non accettano questa involuzione antidemocratica, un numeroso intergruppo radicale, e non solo sulla candidatura di Emma Bonino per Palazzo Chigi: “Mi auguro”, dice Pannella, “che comincino a nascere per l’Italia, come al tempo di “Emma for president”, i comitati “Emma president” per palazzo Chigi. Candidata non a un governo di transizione, piuttosto un governo elettorale. Sempre inteso che chi guida il governo elettorale poi si candida a leader dello schieramento alternativo”.
Questa è la trascrizione-sintesi, non rivista dall’autore, dell’intervento di Marco Pannella a “Radio Radicale” la maettina del 12 Ottobre. In precedenza Pannella era intervenuto a “Rai news 24”. In questi due interventi Pannella ripropone come questione centrale – e ignorata colpevolmente – della riforma della giustizia, delle carceri, dell’amnistia. E a proposito della crisi, candida Emma Bonino per Palazzo Chigi…
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