
Sul processo a Mubarak, il Segretario di Nessuno tocchi Caino, Sergio D’Elia, ha dichiarato:
“Dopo la caduta nel mondo arabo di dittatori al potere da decenni, la legittima istanza di giustizia verso i responsabili di vecchi regimi non può tradursi in atti contrari al senso di umanità come quello di trascinare in tribunale una persona che manifestamente non è in condizione di affrontare un processo.
Il trattamento nei confronti di Hosni Mubarak è un banco di prova del nuovo Egitto. Se il governo egiziano ad interim non è in grado di garantire a Mubarak quei diritti fondamentali della persona che lui stesso ha negato ai suoi sudditi, è difficile prevedere una transizione che possa sfociare in riforme in senso umanitario e democratico.
Se poi il processo all’anziano e malato dittatore dovesse concludersi addirittura con la pena di morte, una pena che lui stesso, nel corso di trent’anni di potere ininterrotto, aveva voluto estendere fino a 40 reati, non ci sarebbe davvero una soluzione di continuità rispetto a sistemi e pratiche del passato.”
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati