
I deputati radicali hanno votato contro l'utilizzo di 2 intercettazioni in un procedimento inerente il deputato Verdini, come avevano già fatto in precedenza nel procedimento inerente l'ex Ministro Pecoraro Scanio.
In tutti e due i casi le conversazioni erano prevedibili (fatto che non consente l'uso delle intercettazioni) e, in particolare nel caso Verdini, è lo stesso giudice che evidenzia la circostanza - che rendeva prevedibile la captazione delle telefonate del deputato - per la quale il deputato era amministratore di una banca che vantava un credito di 26 milioni di euro ed aveva interessenze in due società dell'intercettato.
Inoltre le intercettazioni sono state fatte nell'ambito di un procedimento differente da quello per cui si procede. In tal caso l'art. 220 del codice di procedura penale consente l'utilizzo delle intercettazioni solo nel caso in cui nel procedimento diverso si proceda per reati per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza: nel caso di specie il reato contestato al deputato Verdini (tentato abuso di ufficio) non lo prevede.
I deputati radicali a questi principi di legge si sono attenuti nell'esprimere il loro voto.
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati