
La richiesta di moratoria del regolamento-censura dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni non viene più solo dalla società civile. L'intero arco dei partiti, membri del Governo e il Presidente della Camera sono intervenuti per chiedere un passo indietro ad Agcom.
Percio', mentre in queste ore si organizzano raccolte firme da parte di parlamentari e oltre 100.000 mail sono giunte al presidente dell'Autorità e agli altri Commissari, Agcom e Calabrò si devono, ripeto, si devono fermare altrimenti diverranno una scheggia impazzita di potere.
Indipendenza non vuol dire autarchia. Anzi, proprio l'assenza di strumenti vincolanti da parte del Governo e del Parlamento nei confronti dell'Autorità, obbligano quest'ultima a dare la massima importanza al dialogo con le istituzioni, richiesto invano da giorni. A nulla servono le rassicurazioni di Calabrò. In democrazia il "fidatevi" non è accettabile. Ormai non è più una questione di apertura di una nuova consultazione, o di alcuni dettagli del testo che verrà approvato il 6 luglio. Agcom deve porre in moratoria la regolamentazione o metterà a rischio non solo la libertà di espressione, informazione e accesso alla conocenza, ma lo stesso funzionamento democratico delle istituzioni.
Dichiarazione di Luca Nicotra, segretario dell'Associazione radicale Agorà Digitale e promotore della Mobilitazione contro Regolamento-Censura di Agcom
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