Durante la discussione in commissione sul c.d. decreto sviluppo, Maurizio Fugatti, collega leghista, ha presentato un emendamento, dichiarato inammissibile, ove si prevedeva che tutti i pagamenti fra i privati avrebbero dovuto essere perfezionati entro 60 giorni. Il limite sarebbe valso per tutti i beni e, nel caso di superamento, sarebbero scattati gli interessi. Il termine però avrebbe potuto essere derogato con accordo fra le parti, salvo il caso di pagamenti che riguardino micro-imprese.
Ottimo e…benvenuto nel club. Perché il ritardo nei pagamenti lede il principio dello stato di diritto, la certezza stessa del diritto, allontana gli imprenditori stranieri e conduce al fallimento senza colpe tanti ottimi imprenditori rei solamente di aver fornito beni e servizi in cambio dei quali riceveranno un pagamento, se tutto va bene, “a babbo morto” .
Peccato che la lega presenti emendamenti in provvedimenti omnibus, oltretutto inammissibili, senza che nessun leghista abbia sottoscritto una proposta di legge organica sul tema da me presentata assieme a Misiani, sin dallo scorso anno.
Si tratta di una proposta che recepisce con grande anticipo la normativa comunitaria, poiché contiene tutto quanto proposto da Fugatti, e ben di più, come ad esempio la fissazione a 60 giorni del termine tassativo di pagamento non solo per la PA, ma anche alle transazioni tra privati, senza deroghe, ne proroghe, ne accordi, che vedono sempre l’imprenditore più piccolo ben poco libero di scegliere.
La proposta è stata firmata da quasi 100 deputati di ogni gruppo, tranne che da quello leghista. Attendo ora con fiducia la sottoscrizione di Fugatti e di tutti gli altri leghisti, perché il ritardo nei pagamenti rappresenta un problema talmente grave per il sistema Paese che deve risolversi coi tempi dell’economia, non certo con quelli della politica, oltretutto strumentale ad una certo tipo di campagna elettorale sul territorio ben diversa dai comportamenti tenuti in Parlamento.
Insomma, non bastano chiacchiere e emendamenti spot, servono fatti, nuove leggi condivise, perché il problema del ritardo nei pagamenti deve essere risolto con urgenza in Parlamento, non essere utilizzato per fare facile propaganda politica sul territorio.
Dichiarazione di Marco Beltrandi, deputato radicale
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