
E’ stata presentata ieri dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), una interrogazione (4-12210) al Ministro della difesa, Ignazio La Russa, per chiedere quali urgenti iniziative il intenda assumere per correggere il decreto ministeriale del 5 ottobre 2010 al fine di garantire il rigoroso e completo rispetto della legge in materia di affidamento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali di prima fascia presso il Ministero della difesa in quanto tale disciplina si pone in palese contrasto con la normativa recata dall'articolo 19, comma 1-bis introdotto dal decreto legislativo n.150 del 2009.
La disciplina del decreto ministeriale in parola, già oggetto di molteplici e motivate critiche sia da parte delle organizzazioni sindacali dei dirigenti statali che da parte di numerosi parlamentari, ha provocato anche l'interrogazione n. 4-10928 presentata nella seduta della Camera dei Deputati del 16 febbraio 2011, ancora in attesa di risposta con la quale venivano chiesti chiarimenti su alcune nomine dirigenziali effettuate dallo stesso Ministro La Russa senza alcun criterio logico e in violazione di quanto disposto dall'articolo 28-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, come modificato dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, che stabilisce inderogabilmente che nelle amministrazioni pubbliche il cinquanta per cento degli incarichi dirigenziali di prima fascia venga attribuito mediante concorso pubblico per titoli ed esami."
"Ci auguriamo - dichiara Comellini, Segretario del Pdm - che il Ministro faccia immediatamente chiarezza e si attivi per garantire il rigoroso e completo rispetto della legge perché diversamente, come abbiamo già fatto riguardo ad altre questioni, provvederemo ad interessare le autorità giudiziarie competenti perché fatti come quelli descritti nelle nostre interrogazioni non sono ammissibili in una amministrazione che, fino a prova contraria, è ancora "pubblica"."
TESTO INTERROGAZIONE
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della difesa, con decreto ministeriale del 5 ottobre 2010, ha emanato la disciplina ed i criteri per il conferimento, il mutamento e la revoca degli incarichi di funzione dirigenziale generale;
tale disciplina si segnala per il suo palese contrasto con la normativa recata dall'articolo 19, comma 1-bis introdotto dal decreto legislativo n.150 del 2009, al quale pretende di adeguarsi. Infatti, la normativa generale recata dal suddetto decreto legislativo impone, come necessaria, la fissazione di «criteri di scelta» in relazione ai singoli posti di funzione dirigenziale o, quantomeno, a ciascuna «tipologia» di essi, da «rendere conoscibili» unitamente ai «posti disponibili». Detti «criteri di scelta», muovendosi necessariamente nell'ambito dei criteri generali posti dal comma 1 dell'articolo 19 citato, devono essere di essi specificativi, così da orientare i dirigenti nella decisione di porre le loro candidature e di fornire all'Amministrazione idonei criteri di valutazione;
l'articolo 4 del citato decreto ministeriale del 5 ottobre 2011, invece, secondo gli interroganti viola palesemente il suddetto articolo 19 sotto più profili:
a) si risolve in gran parte in una mera riproduzione dei criteri generali di cui all'articolo 19, comma 1, in violazione del comma 1-bis del medesimo articolo;
b) impone un primo «criterio» estraneo all'articolo 19, comma 1 in violazione, pertanto, di questo primo comma, ovvero la necessità di tenere «conto delle circostanze che gli incarichi dirigenziali di livello generale garantiscono la diretta attuazione dell'indirizzo politico». Il criterio mira a connotare in modo fiduciario gli incarichi di dirigenza generale, che vengono espressamente equiparati a quelli di cui all'articolo 19, comma 3 e contrasta, pertanto, assai gravemente con la retta interpretazione della normativa sulla dirigenza, ormai consolidata alla stregua della giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di cassazione;
c) impone un secondo «criterio» anch'esso estraneo all'articolo 19, comma 1, in evidente violazione di tale comma. Secondo questo «criterio» «potranno anche essere valutate le prospettive di ritorno per l'Amministrazione in termini di investimento professionale». Questo «pseudo» criterio, manifestamente incongruo, si segnala per il suo carattere sconcertante: che c'entra l'investimento professionale con l'assegnazione degli incarichi di dirigenza generale? Evidentemente, a parere degli interroganti, attraverso questo meccanismo illegittimo ed arbitrario si vogliono negare meriti e attitudini ai quali la valutazione professionale è vincolata ex articolo 19, comma 1;
la disciplina del decreto ministeriale in parola, già oggetto di molteplici e motivate critiche sia da parte delle organizzazioni sindacali dei dirigenti statali che da parte di numerosi parlamentari, ha provocato anche l'interrogazione n.4-10928 presentata nella seduta della Camera dei Deputati del 16 febbraio 2011, ancora in attesa di risposta;
la medesima disciplina ha comportato, di conseguenza, che le nomine dirigenziali di 1° fascia attribuite dal Ministero nell'ultimo anno, non rispondono ad avviso degli interroganti a criteri oggettivi, selettivi e meritocratici, perché basate sulle disposizioni recate dal citato decreto ministeriale che, a sua volta, risulta non rispondente alla norma di rango primario da cui promana -:
quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per correggere il citato decreto ministeriale del 5 ottobre 2010 al fine di garantire il rigoroso e completo rispetto della legge in materia di affidamento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali di prima fascia presso il Ministero della difesa.
(4-12210)
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