Appello di don Andrea Gallo a unirsi all'iniziativa.
Cresce di ora in ora la mobilitazione tra i detenuti e i loro familiari per chiedere al governo che venga varato un provvedimento di amnistia (prevista dall'art. 79 della Costituzione), che ponga fine all'illegalità delle carceri italiane e di una giustizia sopraffatta e bloccata da milioni di processi arretrati che danno origine all'irresponsabile amnistia illegale di 170.000 prescrizioni all'anno. Un'iniziativa intrapresa a sostegno del digiuno che il leader radicale Marco Pannella porta avanti da ormai trenta giorni, affinché l'Italia possa tornare in qualche misura a essere definita una democrazia.
Lo sciopero della fame lanciato domenica scorsa dai reclusi di tutte le sezioni di Regina Coeli sta raccogliendo centinaia di adesioni in tutta Italia. A digiunare sono infatti i detenuti delle carceri di Rebibbia, Rieti, Fuorni, Poggioreale, Catania Piazza Lanza, Sassari San Sabastiano, Agrigento, Cagliari Buon Cammino, Vercelli, Velletri, di Opera e San Vittore a Milano, Imperia, Ancona, Prato, Ariano Irpino, Venezia, Alessandria, Lanciano e Marassi. Una partecipazione straordinaria e in continuo aumento anche tra i familiari dei detenuti che in più di trecento hanno finora dato la propria adesione allo sciopero della fame per l'amnistia.
La mobilitazione dei detenuti è stata anche al centro della
puntata di ieri di Radio Carcere , il programma di Riccardo Arena in onda su Radio Radicale, con ospite Marco Pannella al quale è
intervenuto anche Don Andrea Gallo. "La legge per l'amministrazione carceraria non è applicata, le carceri oltre ad essere discarica sociale, sovraffollate, sono case dell'illegalità", ha dichiarato don Gallo, lanciando un appello a cittadini e associazioni affinché partecipino all'iniziativa del leader radicale "un punto di riferimento massimo per la difesa dei diritti civili degli ultimi e di tutte le persone che stanno in carcere, italiani e stranieri". "Su di me ha un forte richiamo il digiuno di Pannella, che definirei come un rito, nel senso che non vuol essere solo simbolico, ma una testimonianza che dovrebbe stimolare tutti quegli uomini e quelle donne di buona volontà" , ha concluso.
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