di Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali Italiani
Sto seguendo Porta a Porta e non posso che dire grazie a Rita Bernardini. Di certo, però, non posso ringraziare il ministro Romani, che finge di non sapere che nella Basilicata saudita si trivella in prossimità di dighe e di sorgenti. Cosa c’entra l’età della pietra? Parlare di estrazioni petrolifere in Basilicata significa parlare di monitoraggi carenti, di innumerevoli incidenti, di inquinamento di sorgenti, di pozzi scavati in prossimità di dighe ed in aree delicatissime dal punto di vista idrogeologico. Parlare di estrazioni petrolifere in Basilicata significa parlare di un’attività mineraria che sta mettendo a repentaglio una risorsa ben più preziosa dell’oro nero: l’acqua. Parlare di estrazioni petrolifere in Basilicata significa parlare dell’impatto sull’ambiente e sulla salute umana di un Centro oli ubicato a ridosso di centri abitati. Signor ministro, dalle sue parole è emersa di certo una verità: la Basilicata entro pochi anni coprirà il 18 per cento del fabbisogno petrolifero nazionale. Qui operano l’Eni, la Shell, la Total, che scavano a ridosso di parchi, sorgenti e importanti invasi. La Coast to Coast non è quella dipinta da Papaleo, il cui film è stato tra l’altro sponsorizzato dalla Total. Io conosco un’altra coast to cost che mi ha portato ha raccogliere le testimonianze e le denunce di medici, associazioni, cittadini. Signor ministro, la prossima volta che deciderà di visitare la Lucania, una volta oltrepassato il confine di Eboli, dove secondo Levi si era fermato Cristo, scenda tra i comuni mortali, faccia un giro tra i cittadini di Viggiano e Grumento Nova(Grumentum). Ma quale età della pietra? Da Radicali abbiamo parlato di legalità, di negazione del diritto a conoscere per deliberare, degli assurdi limiti vigenti in Italia sulle emissioni di H2S. Signor ministro, dalle sue parole è emersa un’altra verità: i Lucani sono il costo che qualcuno è disposto a pagare in nome di quel 18 per cento di fabbisogno petrolifero. Il geologo Mario Tozzi ha scritto: “Ha senso trasformare l’economia di una regione eminentemente turistica e agricola per sfruttare una fonte energetica destinata a diventare troppo onerosa nell’immediato futuro? Che prezzo sociale e ambientale siamo disposti a pagare per una risorsa effimera? Lo sviluppo legato ai combustibili fossili ha il fiato corto”.
Quasi corto - aggiungo io - come le bugie che ci propinate sugli “effetti collaterali” di attività estrattive che i Lucani stanno pagando da anni. Signor ministro, lei conosce il contenuto dei fanghi di perforazione?
In una disposizione denominata “Proposition 65”, lo Stato della California impone alle compagnie petrolifere la pubblicazione trimestrale sulle principali testate californiane di un warning, in cui vengono elencati i rischi della cancerogenicità della filiera del petrolio. L’ho detto e lo ripeto: anche nel “Texas lucano” assistiamo alla pubblicazione di un warnig, solo che dalle nostre parti esso serve a stilare liste di proscrizione.
La cosa davvero divertente, signor ministro, è che in Basilicata, nelle valli lucane, il costo di un rifornimento alla pompa è tra i più cari d’Italia.
Ministro Romani, se posso, le suggerisco la lettura di un documento elaborato dall’Istituto Mario Negri Sud, in cui si parla di malattie respiratorie in Val D’Agri.
Signor ministro, la saluto cordialmente non da un qualche deserto, ma dalla Magna Grecia. Ancora una volta dico grazie a Rita Bernardini, che con il suo intervento ha scatenato un intermezzo davvero molto interessante. Mi dico, infine, non stupito, ma di certo affranto per il triste spettacolo offerto dal Sen. Belisario: una volta di più è emersa la politica del doppio binario praticata dall’IDV. Non pretendiamo di avere ragione di interessi enormi che passano sulle nostre teste, ma almeno non raccontiamoci frottole.
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