
Il Dr. John Prados dirige il Progetto relativo all’Archivio di Documentazione per l’Iraq, ed è Senior research fellow su temi di sicurezza nazionale per il National Security Archive di Washington DC. Il National Security Archive è un istituto di ricerca indipendente non governativo con sede presso la George Washington University che si occupa della raccolta e della pubblicazione dei documenti ufficiali del Governo americano declassificati in virtù del Freedom of Information Act.
Fabbri: Buon pomeriggio Dr. Prados e grazie per essere con noi.
Prados: Buon pomeriggio, è un piacere.
Uno dei suoi lavori più recenti è il saggio elettronico in tre capitoli in cui assieme al Dr. Joyce Battle analizza e dettaglia le fasi che hano condotto alla realizzazione dell’operazione “Iraqi Freedom”. Innanzitutto, si tratta di un impressionante lavoro di ricostruzione grazie ai numerosi documenti che avete potuto consultare grazie al Freedom of Information Act e che sono per lo più ignoti al grande pubblico. Ciascuno dei tre capitoli è molto interessante, ma oggi vorrei che ci concentrassimo sulla seconda parte del vostro lavoro, che tratta le diverse strategie ed alternative che furono considerate da Bush e dalla sua amministrazione durante i mesi – e anche gli anni, se vogliamo – immediatamente precedenti alla guerra in Iraq. Può dirci se un’alternativa pacifica e diplomatica sia mai stata considerata da parte dell’Amministrazione Bush per risolvere quella che potremmo chiamare la “questione Iraq”.
Sì, l’escalation verso la guerra in Iraq è molto inusuale sotto diversi punti di vista. Uno di questi è senz’altro la maniera in cui si fece e non si fece ricorso alla diplomazia. Nei documenti che abbiamo trovato e nella raccolta degli interventi dei componenti dell’amministrazione Bush, che noi abbiamo intervistato o che hanno pubblicato una memoria sulle loro esperienze, non si trova mai alcuna prova, alcuna testimonianza di un approccio diplomatico formale, regolare ed articolato alla questione Iraq, per indurre gli Iracheni a cooperare, tranne quello nell’ambito dell’ONU e dei diplomatici delle Nazioni Unite che stavano cercando di convincere gli Iracheni a ricevere gli ispettori ONU nel loro paese, per verificare la presenza o meno di ADM.
Non ci sono tracce da parte americana di un approccio diplomatico diretto all’Iraq. E a quanto mi pare di capire, anche dalle recenti inchieste inglesi, sembra che la maggior parte delle attività britanniche sia sia sviluppata sempre stando al fianco degli USA, senza stabilire quindi un contatto diretto con gli Iracheni. La mia conclusione riguardo a qusto aspetto dunque è che i due maggiori alleati occidentali abbiano fatto pochi sforzi per intraprendere un percorso diplomatico indipendente nei confronti di Baghdad per tentare di coinvolgere Saddam Hussein in negoziati diretti.
Secondo lei quali sono state le principali mosse da parte dell’amministrazione Bush e del suo principale alleato, Tony Blair, per convicere così tanti paesi a partecipare ad una guerra i cui disastri sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti?
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati