
L’iniziativa “Il nostro tempo è adesso” che si svolge oggi a Roma e in tante altre città italiane segna un’importante presa di coscienza di una situazione che si configura come una vera e propria emergenza sociale, perché a milioni di precari – ormai, attenzione, non più solo “giovani” – la partitocrazia assicura un presente e un futuro di drammatica povertà e assenza di tutele. Una situazione di cui sono responsabili tanto il centrodestra quanto il centrosinistra e i sindacati, che hanno sacrificato i precari e i non garantiti sull’altare delle corporazioni e della protezione di coloro che erano e continuano ad essere più protetti, avendo un contratto a tempo indeterminato e una pensione sicura.
Da domani, però, sarà ancor più necessaria la proposta. Per questo invitiamo gli organizzatori e i partecipanti alle manifestazioni di oggi ad aderire in massa alla Prima giornata dei silenti, da noi convocata davanti alle sedi provinciali dell’Inps di tutta Italia [2] per il prossimo 20 maggio, per chiedere la restituzione dei contributi silenti, ovvero di quei contributi previdenziali che, pur versati, non bastano a maturare un corrispondente trattamento pensionistico. La Gestione separata dell’ente previdenziale, infatti, alla quale sono iscritti precari, parasubordinati, liberi professionisti privi di ordini professionali, incassa ogni anno 8 miliardi di euro e fornisce appena 300 milioni di euro di prestazioni. Cinque anni di lavoro precario corrispondono in teoria ad una pensione di nemmeno 200 euro al mese: in teoria, perché molto spesso i precari non riescono a versare contributi sufficienti ad ottenere una pensione, e in tal modo perdono tutto quello che hanno pagato, oltre il 26% dello stipendio (stipendio molto più basso degli omologhi europei), che va a finanziare la pensione di altri!
Alla fine del 2010 il Presidente (e Commissario straordinario dell’Inps alla quarta proroga) Mastrapasqua aveva dichiarato: “se dovessimo dare la simulazione della pensione ai precari, rischieremmo un sommovimento sociale”. Il “sommovimento sociale” ci sarà invece se si continuerà ad avere l’arroganza di dire contro ogni evidenza che va tutto bene e che non servono riforme.
Dichiarazione di Mario Staderini e Michele De Lucia, Segretario e Tesoriere di Radicali italiani
© 2011 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati