
Questa mattina la deputata Radicale Rita Bernardini e il Segretario di Radicali Italiani Mario Staderini, accompagnati da Simone Sapienza e Valentina Ascione, della Giunta di Radicali taliani e Gianmarco Ciccarelli segretario di Radicali Catania, hanno effettuato una visita ispettiva al centro di accoglienza per rifugiati di Mineo, che ospita al momento 1595 persone, di nazionalità eritrea, somala, etiope, nigeriana, tunisina. 44 i minori presenti.
Dichiarazione di Rita Bernardini e Mario Staderini: "Le condizioni di vita sono buone, sia del punto di vista della struttura, che dell'assistenza. Si tratta comunque di un non-luogo isolato, senza trasporti, nè possibilità di comunicazioni telefoniche, dove non arriva neanche il segnale televisivo. I problemi che rischiano di destabilizzare il centro sono due: almeno un terzo dei richiedenti asilo è stato portato qui da altri Cara e costretto quindi a interrompere i processi già avviati di integrazione e le procedure per il riconoscimento di asilo. Ma soprattutto la commissione territoriale competente, che è quella di Siracusa, incaricata di valutare le domande non si è ancora insediata, né si hanno certezze sui tempi.
Questo Governo che si nutre della propaganda contro la clandestinità, ma che al tempo stesso induce alla fuga gli immigrati trasferendoli in strutture di finta reclusione, ha la responsabilità di aver stravolto quel poco di sistema di protezione esistente nel nostro paese. Maroni ha infatto scelto di
svuotare i CARA in giro per l'Italia per riempirli di tunisini irregolari, deportando i rifugiati qui a Mineo
Noi Radicali siamo per un percorso di legalità contro scappatoie che creano nuova clandestinità dunque allarme, insicurezza e sfruttamento. Chiediamo la concessione del permesso di soggiorno temporaneo, ex art. 20 del Testo Unico sull'immigrazione e che la Camera martedì prossimo voti il recepimento della direttiva rimpatri, ponendo cosi fine alla detenzione illegale degli immigrati irregolari provenienti dal sud del Mediterraneo, compresi i tunisini che da febbraio sono ancora nei Cie.
Chiediamo il ritorno nelle strutture originarie dei rifugiati che sono a Mineo e il ripristino dei percorsi d'integrazione nell'ambito dello SPrAR (sistema di protezione e assistenza rifugiati).
La gestione emergenziale svincolata dalle leggi farà di Mineo, con i suoi 20 milioni di euro di costi per il solo 2011, l'ennesimo affare per holding paramilitari, cooperative clientelari e signori del cemento, scelti dal Commissario straordinario senza bandi pubblici, nè un reale piano dei servizi da gestire".
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