
A seguito della replica del Ministro degli Esteri, on.Franco Frattini, in occasione del dibattito sulle risoluzioni sulla Libia di ieri al Senato*, non essendo prevista la possibilità di contro-replica, l'esponente Radicale e Vice Presidente del Senato, Emma Bonino, in merito al contenuto delle affermazioni del Ministro riguardo alla giurisdizione della Corte penale internazionale, tiene a precisare che "il Ministro ha ragione quando sostiene che "noi avremmo l'obbligo assoluto già ora di arrestare persone con un ordine di cattura della Corte penale internazionale", dal momento che lo Statuto della CPI è in vigore in Italia dal 1° luglio 2002.
Ma proprio perché conosco bene le istituzioni internazionali, come precisa il Ministro, gli faccio notare che il problema non è "l'obbligo" di arresto ma come renderlo esecutivo. Com'è noto, infatti, tenuto conto della complementarietà che connota la giurisdizione della Corte, se gli Stati Parte non adeguano il loro ordinamento interno non possono esercitare in via primaria la giurisdizione per i crimini di cui all'articolo 5 dello Statuto (crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio e aggressione), quindi non sono in grado di collaborare con la Corte. Con quale mandato di arresto si presenterebbero la polizia o i carabinieri per arrestare Al Bashir o Gheddafi? Con quello spiccato dal procuratore della CPI, non legalmente riconosciuto in Italia?
Per questo da anni noi radicali chiediamo di adeguare [2] con urgenza l'ordinamento interno ai dispositivi dello Statuto della Corte, proprio per fornire la necessaria base legale per poter attuare "l'obbligo assoluto" citato dal Ministro. Riepilogando: che ci sia "l'obbligo assoluto" di procedere all'arresto è "pacifico", come dice il Ministro; ma che l'Italia non abbia la base legale per assolvere questo obbligo è assolutamente pacifico."
Dichiarazione di Emma Bonino, Vice Presidente del Senato
Leggi il Primo Piano sulla Libia [2]
Dichiarazione di Franco Frattini, tratta dal resoconto stenografico della seduta pomeridiana di mercoledì 23 marzo
Vengo alla proposta di risoluzione n. 5, a prima firma della senatrice Bonino. Il parere è favorevole anche se condizionato...Vengo al terzo punto, quando si chiede di «portare a termine entro il nono anniversario dell'entrata in vigore dello statuto di Roma del 2 luglio 2011 l'adeguamento alle norme contenute nella carta fondativa della Corte penale internazionale». Noi prendiamo ovviamente l'impegno di procedere nel più breve tempo possibile all'adeguamento delle norme interne. Mi permetto di dire, senatrice Bonino, che lei nel suo intervento ha detto qualcosa che il Governo non condivide affatto, cioè che se il presidente Bashir o il colonnello Gheddafi venissero in Italia non potrebbero essere arrestati. Senatrice Bonino, lei conosce troppo bene le istituzioni internazionali per pensare di far credere che lo Statuto di Roma non sia già ora immediatamente vincolante per l'Italia, anche senza le norme interne. Questa è giurisprudenza assolutamente pacifica. Noi avremmo l'obbligo assoluto già ora di arrestare persone con un ordine di cattura della Corte penale internazionale. Quindi, non è per questa ragione che reagisco alle sue affermazioni, ma perché è già ora in vigore per l'Italia quest'obbligo. Ciò detto, il Governo si impegna ovviamente ad accelerare, perché è giusto, l'adeguamento delle norme integrative interne.
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