Il nostro no al nucleare non è mai stato ideologico: la verità è che non conviene, costa troppo e rende poco. L'incidente giapponese ha solo aumentato le incertezze relative alla sicurezza, che già riguardavano l'irrisolto problema delle scorie. Ecco perché il piano nucleare del governo -invece di portarlo in Lombardia come vorrebbe Formigoni- va abbandonato, non per paralizzare tutto come si rischia di fare, ma perché le risorse siano convertite per un grande piano energetico nazionale basato sugli investimenti su risparmio (l'Enea parla di risparmi possibili corrispondenti a 7 centrali nucleari attraverso l'efficienza energetica da qui al 2020) e fonti rinnovabili. In questa direzione dovrebbe lavorare anche iI Comune di Milano, ad esempio attraverso la partecipazione in A2A." Così Emma Bonino durante una conferenza stampa della Lista Bonino-Pannella tenutasi oggi a Milano. E ha aggiunto sulla situazione milanese: "I 5 referendum, che abbiamo co-promosso e dei quali uno proprio sul risparmio energetico, e l'occasione dell'Expo dovrebbero servire a questo, a una visione di città ecologica e sostenibile, invece che a litigare sulla lottizzazione dei terreni e sulla speculazione edilizia. Così temo divenga un'occasione persa per incapacità di visione." La vicepresidente del Senato ha concluso: "Ritardare i referendum significa svuotare la campagna delle amministrative di contenuti: spero ancora vengano abbinati con le amministrative."
Sul tema referendario è tornato Marco Cappato, capolista della Lista Bonino-Pannella alle Comunali di Milano:"A 40 giorni dal termine legale per la convocazione dei referendum, il Sindaco Moratti ancora non ha ricevuto il Comitato promotore Milanosìmuove, e questo nonostante siano passati 12 giorni dalla nostra richiesta. Nel frattempo il Sindaco insegue suggestioni sulla fusione fredda, mentre il Presidente della Regione apre al nucleare. La Lista Bonino-Pannella si candida a portare a Milano, a partire dai referendum e dallo stop al nucleare, una svolta radicale per il risparmio energetico e le rinnovabili, per la qualità della vita e dell'ambiente."
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Carlo Durante (Ad di Maestrale [Operatore eolico-fotovoltaico}) e membro della giunta dell'Associazione Produttori Energie Rinnovabili) che ha sottolineato come "I tedeschi hanno fatto un piano energetico al 2050. Da noi c'è solo un ginepraio di regole che favorisce la malavita. Se un Governo si pemette di fermare dalla sera alla mattina gli investimenti pubblici sulle rinnovabili (attraverso un decreto contrario a qualunque logica) il risultato è l'affossamento di qualsiasi piano energetico, e quindi di un quadro di riferimento certo che potrebbe attrarre gli investimenti certi per gli investitori, inclusi quelli sul nucleare. Il risultato è l'inizio della fine per un intero settore industriale." e Franco Valentini (Direttore Marketing Santerno e tra i principali produttori italiani di inverter, componentistica per fotovoltaico), il quale ha sottolineato come sia " anomalo che un gruppo industriale partecipi a una conferenza stampa come questa, ma è anomala la situazione italiana per colpa del decreto Romani contro le rinnovabili, che ha messo in ginocchio il settore: 10 miliardi di ordini cancellati in due settimane. Il settore fotovoltaico ha fatturato nel 2010 oltre 20 miliardi di euro (1,2% del PIL nazionale) e 100.000 occupati: una realtà fatta soprattutto di piccoli imprenditori che si sono assunti un rischio industriale. Ora è stato riaperto il tavolo di negoziazione, ma non va messo un limite massimo alle installazioni annuali, va lasciato il mercato libero unica possibilità per evitare distorsioni e garantire la certezza degli investimenti. Va adottato il modello tedesco, con incentivi dinamici che diminuiscano all'aumentare dell'installato e investimento sulle reti intelligenti di trasporto e distribuzione della energia elettrica".
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