
Il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni ha ragione nel chiedere che la questione del piano nucleare italiano sia al centro di una fase nuova di "riflessione" e di "dibattito", proprio quella che finora il Governo ha impedito. Ed ha ragione, Formigoni, a pretendere che si presti particolare attenzione alle esigenze del sistema economico-produttivo. E' proprio sulla base delle considerazioni economiche che come Lista Bonino-Pannella riteniamo che la scelta nucleare -scelta statalista e dirigista per definizione- non sia conveniente proprio sul piano economico: costa troppo, 30 miliardi di euro, per una previsione di copertura del 4% del fabbisogno energetico. Ciò significa che i costi-opportunità per l'economia italiana suggerirebbero di abbandondare la strada della costruzione di centrali nucleari, onvertendo le risorse per investire sia sul risparmio energetico che sulle fonti rinnovabili. I tragici eventi in Giappone, uniti al tuttora irrisolto problema delle scorie, aggiungono alle considerazioni economiche (di per loro già decisive) quelle della sicurezza: ce n'è abbastanza per chiedere al Governo di fermarsi, invece di aprire, come fa Formigoni, a nuovi impianti in Lombardia (anche se al Presidente lombardo va riconosciuto il merito di rifuggire dall'ipocrisia di chi vuole il nucleare ma solo nella ragione affianco).
Dichiarazione di Marco Cappato, Lista Bonino-Pannella
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