Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale in Commissione Ambiente, ha così argomentato la propria posizione contraria al decreto sulla localizzazione dei siti nucleari:
“Al di là delle ideologie, quella sul nucleare è una questione innanzitutto economica: 30 miliardi di euro per soddisfare appena il 4 per cento dei consumi finali di energia. La lezione che dobbiamo trarre dal Giappone è che queste risorse andrebbero riconvertite per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano, al 60 % non a norma, il cui costo si aggira intorno ai 20 miliardi.
Il Governo, invece, continua a procedere con arroganza sul nucleare. Lo ha imposto al di fuori di una strategia energetica nazionale, non nutre dubbi neanche dopo la tragedia del Giappone e non si confronta seriamente con il Parlamento. Discutiamo di un decreto sulla localizzazione dei siti quando da un anno, ormai, circolano notizie relativamente a liste di siti che sarebbero già stati individuati con Sogin ed ENEL.
Nessuna garanzia, neppure sui tempi necessari a valutare la sicurezza dei reattori come, ad esempio, l’EPR francese, alla base del ritorno italiano all’atomo benché messo all’indice da tre Autorità per la sicurezza nucleare: quella francese, inglese e finlandese
Perché, dunque, insistere su una scelta evidentemente antieconomica, sprecando così risorse preziose per la sicurezza del nostro patrimonio edilizio?”
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