
La scenografia è identica a quella del discorso del leader libico Gheddafi che da Tripoli ha lanciato il suo messaggio esplosivo contro gli insorti. Ma il video è stato girato non distante dai palazzi del potere italiano, a Roma, in un edificio dismesso. "Il discorso di Gheddafoni Massimo" è l'ultimo video radicale “virale”, artigianale e militante, girato con il proposito di penetrare l'informazione.
Il video 'Gheddafoni Massimo', (soprannome che richiama la vicinanza del leader con Berlusconi e D'Alema) un mix tra Berlusconi e D'Alema per richiamare la complicità dei due politici italiani con il dittatore libico, illustra tutte le vicende che hanno caratterizzato l'amicizia italo-libica: dal finanziamento di 5 miliardi di dollari alla Libia, alla sciagurata gestione degli immigrati in violazione dei trattati internazionali, dall'accordo sull'industria militare italiana alla non ingerenza garantita dal trattato di amicizia, dalla vicenda dell'esilio di Saddam Hussein fino alla Laurea Honoris Causa proposta a Gheddafi dall'Università di Sassari e ritirata dopo una mobilitazione Radicale.
Il discorso, che si apre con un richiamo alla celebre "discesa in campo" berlusconiana del 1994, si chiude con una delle frasi più celebri di Massimo D'Alema, in cui promette di occuparsi personalmente del cambio generazionale in politica.
Il video si conclude con “La mia libertà”, celebre canzone del Califfo italiano, Franco Califano, di cui Gheddafoni aspirerebbe a essere il sosia.
"Il vero scandalo – affermano gli autori - è la politica estera italiana, sostanzialmente equivalente tra destra e sinistra, attenta solo ai grandi affari privati e poco trasparenti anche a scapito di migliaia di vittime innocenti”.