FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI
Al Ministro dell’interno. – Per sapere – premesso che:
il Governo il 19 novembre 2010 ha accolto dell’ordine del giorno 9/3778-A/131 presentato dall’onorevole Livia Turco in occasione del voto finale sulla legge di stabilità finanziaria per regolarizzare la posizione degli stranieri che hanno un lavoro;
Abderrazak Moudakkir è un cittadino del Marocco (27 aprile 1978), entrato in Italia tre anni e mezzo fa in cerca di un lavoro;
nel settembre 2009, il suo datore di lavoro ha inoltrato nel suo interesse alla prefettura di Brescia domanda di emersione dal lavoro irregolare (decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009);
un mese fa, insieme ad altri cittadini stranieri, Abderrazak è salito sulla torre Carlo Erba di Milano in via Imbonati, in segno di protesta per le condizioni degli stranieri in Italia, ai quali è negato il diritto di lavorare regolarmente;
il 2 dicembre Abderrazak, stremato, in condizioni di salute seriamente compromesse, è sceso dalla torre. È stato ricoverato presso l’ospedale Niguarda di Milano;
agenti di polizia lo hanno seguito in ospedale e costantemente piantonato, nonostante si trattasse di persona del tutto libera, sicuramente già identificata, non sottoposta ad alcun vincolo da parte dell’autorità giudiziaria, ancora legittimata alla permanenza sul territorio dello Stato;
dopo le prime cure, verso le ore 20, è stato prelevato da questi agenti e condotto presso l’ufficio immigrazione della questura di Milano (terza sezione, squadra espulsioni);
qui gli è stato consegnato un provvedimento di archiviazione della domanda di regolarizzazione già presentata dal suo datore di lavoro. L’archiviazione è motivata con riferimento al fatto che il datore di lavoro non si sarebbe presentato all’appuntamento per l’espletamento della pratica di emersione;
contestualmente, gli sono stati notificati il decreto del prefetto di espulsione dal territorio dello Stato e l’ordine del questore di trattenimento presso il centro di identificazione e di espulsione (CIE) di
Milano (Corelli) in attesa dell’esecuzione dell’espulsione mediante accompagnamento alla frontiera;
Abderrazak è stato immediatamente condotto al CIE. Durante la notte è stato tenuto in isolamento dagli altri detenuti della struttura in una stanza chiamata astanteria. È stato costantemente sorvegliato a vista da numerosi agenti in borghese;
la mattina successiva, alle ore 8 e 59 minuti, l’avvocato Eugenio Losco è stato avvisato tramite comunicazione trasmessa via fax dall’ufficio del giudice di pace di Milano che lo stesso giorno, alle ore 9 e 15 (cioè sedici minuti più tardi), avrebbe avuto luogo l’udienza di convalida dell’ordine del questore di trattenimento presso il CIE;
non appena l’avvocato Losco si è presentato al CIE, il giudice di pace ha immediatamente chiamato l’udienza di Abderrazak. Questi è stato prelevato dal luogo in cui era ancora tenuto in isolamento e condotto dinanzi al giudice di pace;
l’udienza si è svolta in una stanza all’interno del CIE, alla costante presenza di una ventina di poliziotti in divisa, alcuni agenti in borghese, alcuni di questi della Digos;
il giudice di pace, rigettando le numerose eccezioni della difesa, ha convalidato il trattenimento. Immediatamente dopo la convalida, Abderrazak è stato tradotto presso il CIE di Modena;
appare inaccettabile che una mancanza del datore di lavoro costringa il lavoratore ad essere espulso -:
perché la polizia abbia seguito e piantonato in ospedale una persona già identificata, in stato di libertà, ancora in possesso di validi documenti (infatti, la ricevuta dell’inoltro della domanda di sanatoria autorizza il soggiorno sul territorio nazionale e il decreto di rigetto del procedimento per la regolarizzazione è stato emesso solo successivamente) per restare sul territorio nazionale;
se risulti che l’ospedale abbia emesso un regolare certificato di dimissioni;
per quali motivi la prefettura di Brescia abbia deciso di archiviare la domanda di emersione proprio la stessa sera in cui Abderrazak è sceso dalla torre e perché non abbia valutato la possibilità di concedere un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, visto che il motivo dell’archiviazione risiede nella mancata presentazione del datore di lavoro allo sportello per la sottoscrizione del contratto;
quali misure intenda attuare il Governo, anche a seguito dell’accoglimento da parte del Governo il 19 novembre 2010 dell’ordine del giorno 9/3778-A/131 presentato dall’onorevole Livia Turco in occasione del voto finale sulla legge di stabilità finanziaria per regolarizzare la posizione degli stranieri che hanno un lavoro;
per quale motivo Abderrazak sia stato trattenuto in condizioni di isolamento e chi abbia deciso il trattenimento in tali condizioni;
per quale motivo l’udienza si sia svolta alla costante presenza di numerosi agenti.
Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=2951 [4]