Chi ha compiuto gli atti vandalici [3] ha risposto in maniera certo inadeguata – in quanto violenta – all’autoritarismo – non meno inadeguato – del sindaco e dei vigili.
Ragazzi e ragazze si vedono negata la possibilità di socializzare negli spazi pubblici in nome della quiete e dell’ordine pubblico: vengono date loro multe salatissime [4] per il semplice fatto di ridere e scherzare a tarda sera nei parchi e nelle piazze dei paesi, oppure per infrazioni del codice della strada commesse addirittura in bicicletta.
L’atto vandalico è, tragicamente, l’unico canale di risposta che questi giovani – ghettizzati e descritti sistematicamente come criminali – individuano come segno di ribellione all’accanimento gratuito di cui sono bersagli privilegiati – perché incapaci di rispondere secondo la legge – e per la rivendicazione del diritto alla libera socializzazione.
Mattia Da Re (Tesoriere di “Radicali Verona”)
Fonte: http://www.radicaliverona.it/?p=65 [5]