PERCHÉ NO
Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia medica del Cro di Aviano si schiera contro la legalizzazione della cannabis. Uno degli oncologi più autorevoli nel panorama nazionale prende così posizione all’interno del dibattito che accompagna il disegno di legge in discussione alla Camera.
Il partito pro legalizzazione sostiene innanzitutto i benefici terapeutici della cannabis. Che ne pensa?
«Penso innanzitutto che la chimica e la medicina moderna abbiano già sviluppato antidolorifici nettamente migliori rispetto alla cannabis. Quindi non c’è bisogno di un’ulteriore sostanza da introdurre a scopo terapeutico. Ce ne sono già e sono notevolmente più efficaci. Resterebbe l’utilizzo come anti-spasmo nei casi di sclerosi multipla. Non abbastanza per supportarne la legalizzazione».
Quanto allo scopo ludico della sostanza, quali sono i danni che può provocare?
«Oggi la percentuale di tetraidrocannabinolo presente nella sostanza è molto più alta rispetto al passato. Non ha più senso parlare di droghe leggere, non lo sono più. Numerosi studi autorevoli hanno dimostrato come l’utilizzo intensivo della cannabis - soprattutto in età scolare e in generale giovanile - provochi problemi di natura psichiatrica e neuropatologica. Spesso i sostenitori della legalizzazione sostengono che anche l’alcool e le sigarette possano portare alla morte. Allora perché aggiungere una sostanza nociva a quelle già legali?»
La legalizzazione tarperebbe le ali al mercato nero?
«Assolutamente no. Esiste già il contrabbando di sigarette, accadrebbe lo stesso con la cannabis».
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