Oggi i media celebrano Pannella e l’Italia che non siamo mai potuti diventare: grazie a loro. È un giorno di infinito dolore, ma la lotta continua.
Caro Marco, avessi visto oggi. Non si fa altro che parlare di te. Lo sapevamo da sempre, a volte ci si è anche scherzato e riso sopra: serviva la tua scomparsa fisica perché l’industria della manipolazione mediatica concedesse un minimo di spazio a quella storia che in tutti questi decenni ha silenziato e censurato. Oggi Marco Pannella è morto e quindi se ne può finalmente parlare.
Fa effetto vedere, in pochi fotogrammi, quel che è riuscito a fare un piccolo partito fatto di gente cocciuta, laico ma estremamente religioso nel proprio credo di libertà. Fa effetto, soprattutto, il paragone con il vuoto pneumatico dei vari Renzi o i Di Maio o i Salvini, messi là con le stesse modalità dei Fanfani o gli Almirante o i Craxi di ieri.
Arriviamo al punto, Marco. Questi del Regime non cambiano mai vizio. Oggi assistiamo al tentativo di tumulazione e consegna al museo delle cere di un’intera storia. Si erano preparati da vari anni a questa operazione: tutto programmato. D’altronde, da tre anni a questa parte, i rari spazi di informazione sui Radicali erano limitati ai tuoi bollettini medici.
Perché, realisticamente, sperano che con la tua scomparsa muoia l’unica opposizione a questo fascismo mascherato (e neanche tanto) da democrazia reale. Questi davvero si illudono che sia finita.
Verranno a dirci che non siamo all’altezza, che non siamo abbastanza pannelliani. Conosciamo già la frase «una volta i Radicali..»: quante volte l’abbiamo già sentita?
La normalizzazione è infatti il vero pericolo che corriamo; anche al nostro interno, sin troppa gente aveva fretta di prendere la pala in mano. E proprio questi verranno a dirci come bisognerà essere Radicali, esattamente come quei media che oggi ti portano in trionfo, celebrando l’Italia che potevamo essere e che non siamo mai potuti diventare: grazie a loro.
A costoro, a quelli del Regime fascista diciamo: non illudetevi. Marco Pannella NON è morto.
La storia invece prosegue: è abolito l’uso del passato e i verbi saranno coniugati al presente e al futuro. E tu Marco sarai con noi, insieme ad Adele Faccio, Bruno Zevi e Maria Teresa Di Lascia sui marciapiedi di tutte le periferie umane che calcheremo con più forza di prima.
Per la vita del Diritto, il diritto alla vita e alla qualità della vita. Sempre.
Le compagne e i compagni EcoRadicali.
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