All’indomani della pubblicazione da parte del Governo dello schema di decreto legislativo [3] che dovrebbe introdurre il c.d. FOIA (Freedom of Information Act) nel nostro ordinamento, avevamo espresso forti perplessità [4] pubblicando una lettera aperta al Ministro Marianna Madia [5] cui avevano aderito numerosi parlamentari.
Oggi il Consiglio di Stato, chiamato a rendere un parere sul testo governativo [6], conferma punto per punto le nostre perplessità e chiede al Governo precise modifiche, a partire dall’eliminazione del silienzio-diniego che impedirebbe di fatto al cittadino di sapere per quale ragione la sua richiesta di accesso è stata respinta.
Sul punto, il Consiglio di Stato è estremamente chiaro:
Si verificherebbe, così, il paradosso che un provvedimento in tema di trasparenza neghi all’istante di conoscere in maniera trasparente gli argomenti in base ai quali la PA non gli accorda l’accesso richiesto: ciò rappresenterebbe un evidente passo indietro rispetto alla stessa legge n. 241 del 1990 e al generale obbligo di motivazione dalla stessa previsto.
Analoghe perplessità sono espresse sulle numerose eccezioni all’accesso, formulate in termini troppo generici e in grado di rendere troppo ampia la discrezionalità amministrativa, con rischio di notevole contenzioso.
Ci auguriamo che il Ministro Madia e il Governo ne sappiano e ne vogliano tenere conto.
In questi anni ci si è inventati una burocrazia della trasparenza, pur di non consentire la trasparenza vera e, soprattutto, utile al cittadino.
E’ tempo di cambiare.