tra i firmatari della proposta maran e battista
ROMA La stella polare sono gli Stati Uniti, o meglio, il caso del Colorado, e l’obiettivo è il medesimo di quello che, oltreoceano, ha segnato una vera e propria svolta: legalizzare la marijuana. Nasce, con l’adesione di 60 parlamentari in buona parte del Pd, l’intergruppo che lavorerà a una proposta di legge per regolamentare l’uso della marijuana anche in Italia. Una proposta «pragmatica e non ideologica», che punta a sottrarre denaro alla criminalità organizzata e che «prende atto del fallimento del proibizionismo», è il senso che il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova dà all’iniziativa che vede proprio il senatore come principale promotore. Il punto di partenza, per una battaglia che vede i Radicali in campo da qualche decennio, è la recente relazione al Parlamento della Direzione nazionale antimafia, tranchant nel suo giudizio: «si ha il dovere di evidenziare che, nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si registra il totale fallimento dell’azione repressiva». Da qui, perciò, comincerà il lavoro di un intergruppo che vede tra i suoi membri deputati e senatori della maggioranza (tra gli altri Roberto Giachetti, Giuditta Pini e il gradese Alessandro Maran) e della minoranza Pd (da Pippo Civati a Nico Stumpo) oltre esponenti del M5S, di Sel e del Misto tra i quali il senatore triestino Lorenzo Battista (ex grillino). Sulla proposta - i primi incontri si avranno tra dieci giorni e non è escluso che si prendano a riferimento le proposte di legge già presentate, come quella di M5s - si potrebbe insomma creare una nuova maggioranza, anche perché, tradizionalmente, la legalizzazione della marijuana ha visto sempre il centrodestra in trincea. Già nei giorni scorsi due pasdaran del proibizionismo come Gasparri e Giovanardi rilanciavano un intergruppo per la «liberazione dalla droga». Ma sul punto, Della Vedova è ottimista: «Ci sono oppositori ma credo che l’opinione pubblica, negli ultimi venti anni, si sia spostata più dalla nostra parte. L’obiettivo è arrivare a una proposta condivisa». Anche perché, sottolinea, il proibizionismo di questi anni ha assorbito risorse alle forze dell’ordine e ingolfato i tribunali senza che sia «aumentata la capacità di reprimere il consumo di massa». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
