È di pochi giorni fa la notizia dell’accordo per l’Appia Antica fra ministero Beni culturali e società Autostrade per l’Italia, attraverso la quale la società si candida a definire il progetto e a contribuire a un nuovo modello di gestione dell’Appia Antica affidato a un’unica cabina di regia: lo stesso modello che abbiamo visto in azione per Mose ed Expo. Come mai questo improvviso interesse per i beni culturali da parte di Autostrade per l'Italia?
Se, da un lato, si conferma in tal modo la strategia cara al ministro Dario Franceschini di depotenziare le soprintendenze, sottomettendole di fatto a soggetti estranei al mondo istituzionale, la privatizzazione di fatto che punta a trasformare l’Appia Antica in un parco giochi tornerà certamente utile quando si dovrà decidere sul tracciato del RACCORDO - BIS che dovrebbe passare (guarda caso) proprio nel Parco dell’Appia Antica, tagliandolo in due.
La Società Autostrade per l'Italia, neanche a dirlo, è direttamente interessata nella realizzazione del Raccordo - Bis, un'opera autostradale a pedaggio che dovrebbe collegare la Laurentina alla A1: mettere le mani sul Parco dell'Appia Antica permetterebbe di silenziare i tanti dissensi che nel mondo della cultura e della società civile si sono levati e che fino ad oggi hanno, in un certo qual modo, ostacolato l'avvio dell'opera.
Fonte: http://www.radicaliecologisti.it/italia-svendita-si-salva-nemmeno-lappia-antica/ [3]