Molti governi si sono succeduti, tutti a parole sono concordi: ambiente e cultura sono il “petrolio d’Italia”. Tutti, nei fatti, hanno preferito servire le lobby dei palazzinari e degli avvelenatori, della caccia e delle “grandi opere”. Senza troppi clamori, presso la Commissione Ambiente del Senato si è celebrato il funerale della Legge quadro sui Parchi: legge 394/91, anche detta “Legge Ceruti”.
Intendiamoci, non è un granché come legge: i suoi contenuti sono talmente vaghi e contraddittori che non è riuscita a centrare molti degli obiettivi che si proponeva. A partire dai tanti Parchi previsti e mai istituiti.
Ma in un paese in mano ad abusivi, mafiosi e criminali vari che proprio dell’ambiente (e quindi del benessere e della salute dei cittadini) hanno fatto la loro terra di conquista, questa legge almeno era un argine.
Indietro tutta, invece. I nostri illuminati senatori hanno pensato bene di smantellare anche questa legge, depotenziandone i contenuti normativi. Vi segnaliamo le principali modifiche.
Permesso di caccia all’interno delle aree protette. E qui immaginiamo già le nuove procedure d’infrazione che verranno spedite da Bruxelles!
Silenzio-assenso invece del silenzio-rifiuto per il rilascio di concessioni o autorizzazioni per eseguire interventi. Nella bozza non si specifica quali opere: i palazzinari ringraziano!
Il Piano del parco dovrà essere approvato dai Comuni che ne fanno parte, ma i Consigli Direttivi saranno composti dai “nominati” delle lobbies di categoria: siamo tornati ai Consigli delle Corporazioni. Perché, a questo punto, non far eleggere il Consiglio ai cittadini?
I parchi che non ricevono sufficienti finanziamenti dallo Stato (ovvero tutti) potranno ricevere finanziamenti privati. Le royalties (sì, si chiamano proprio così nella bozza di “riforma”!) possono essere elargite dai privati per impiantare attività (e quindi altro cemento) o pale eoliche alte centinaia di metri. Tanto per fare qualche esempio.
Come già detto, l’attuale legge prevedeva una serie di parchi che non sono stati istituiti. Questi vengono sostituiti dai “Parchi Geologici”; ovvero lo Stato finanzia aree ex minerarie (di privati: per loro i soldi ci sono sempre) per farle diventare dei parchi a tema. Immaginate che bello: le montagne russe dentro le miniere del Sulcis! Tutto sommato non ci sarebbe nulla di male se la norma non prevedesse la possibilità di costruire con indici fondiari stellari, tracciare nuove strade, parcheggi e consentire la caccia. Lo Stato insomma finanzierà la cementificazione e la distruzione del proprio paesaggio per far ingrassare i soliti.
In buona sostanza, secondo San Matteo e i suoi discepoli l’unico modo di finanziare i Parchi è svenderli, cementificarli, uccidere quel poco di fauna selvatica che ci è rimasta e, insieme, quelle imprese che operano nel turismo verde. La loro idea di turismo è quello mordi e fuggi, delle Disneyland e degli outlet, che saccheggia il territorio e arricchisce soltanto i grandi gruppi. Noi abbiamo altri programmi.
Primo fra tutti difendere la legalità e la democrazia: difendere la vita dello Stato di diritto per difendere il diritto alla vita e alla sua qualità. Siamo stanchi di vedere un paese sfigurato e avvelenato dove la strage di diritto, ogni anno, fa strage di persone. Alluvioni, frane, crolli: non sono calamità “naturali” come ci dicono. È questa classe dominante ad essere la vera calamità per questo Paese; così come il saccheggio di territorio che viene operato (dall'agricoltura, al turismo; dalle infrastrutture all'edilizia) esclusivamente per favorire un sistema di potere economico, finanziario, politico che è sempre lo stesso dagli anni Venti. Pensiamo, invece, che la valorizzazione sostenibile dei beni culturali, artistici e naturali attraverso progetti d'impresa piccoli, diffusi e a rete, realmente partecipati dalle comunità locali sia l'unica via per creare benessere diffuso, lavoro qualificato e, insieme, ricreare senso di comunità: ma è proprio questo che non vogliono.
Siamo stati lungimiranti: con la nostra Proposta di Legge che mira a limitare la caccia abbiamo previsto norme che rafforzano la tutela del paesaggio naturale e agrario, le aree archeologiche e artistiche, le aree turistiche puntuali e diffuse. Questa iniziativa rappresenta il primo passo per costruire una nuova Italia più democratica, più libera, che sostiene le imprese innovative e, perché no, un paese più colto e più bello.
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