
Sono passati 223 giorni da quando la carica dei quasi 79.000 firmatari si sono recati alla Camera dei Deputati con gli scatoloni pieni di firme.
La proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e la regolamentazione del testamento biologico è stata depositata il 13 settembre 2013. Forse servono altri numeri per meglio inquadrare la situazione: il 18 marzo 2014, a seguito di uno sciopero della fame di Carlo Troilo, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrive una lettera aperta rivolta al Parlamento.
Ritengo anch'io che il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee su questa materia. Richiamerò su tale esigenza, anche attraverso la diffusione di questa mia lettera, l'attenzione del Parlamento.
Da questa lettera sono ormai passati 37 giorni e il velo del peggior silenzio, quello dell'indifferenza del legislatore, si è nuovamente calato sul tema del fine vita.
Da ormai sei settimane tutti i mercoledì il Comitato Eutanasia Legale si ritrova davanti a Montecitorio cercando risposte da un Parlamento che guarda altrove. Ogni settimana, ormai da oltre un mese, si chiede al Presidente del Consiglio Renzi e al Sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto, di intervenire come Governo affinché sia garantita nell'agenda del Parlamento la trattazione graduale delle 28 proposte di legge di iniziativa popolare che attendono anche da anni di essere discusse.
L'intervento del Governo sarebbe infatti determinante per ridare centralità al Parlamento e, in particolare, all'iniziativa popolare finora completamente annullata dalla priorità data a leggi e decreti governativi.

Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/il-paese-dei-decreti-che-cancella-i-diritti [5]