
Ancora a proposito del reato di “omicidio stradale”. Non è la prima volta che, appena passate le feste di fine anno, il legislatore si applica a modificare in senso afflittivo un articolo del codice penale sull’onda dell’indignazione della cosiddetta società civile. C’è un precedente, relativamente recente, che dovrebbe far riflettere. Il giorno di Capodanno del 2009 venne denunciato a Roma da una ragazza uno stupro da parte di un coetaneo nel corso di una festa di massa organizzata dal comune. Il giovanotto, un fornaio, venne interrogato dal pm che lo mandò agli arresti domiciliari. Il giorno dopo la vittima era su tutti i telegiornali e lamentava in lacrime che l’uomo che l’aveva stuprata se ne stava tranquillamente a casa sua grazie a un giudice. Straziante. Accaddero alcune cose. Il pm fu linciato su tutti i giornali. Sfortuna volle che sul suo tavolo fosse arrivata la causa di alcuni rumeni accusati fra l’altro di stupro, ma chiaramente innocenti. Per evitare altri guai li tenne lo stesso in galera con una scusa. Nel frattempo si mobilitarono Parlamento e governo, che con apposito decreto modificò la norma imponendo il carcere preventivo per il reato di stupro. Il fornaio fu condotto in galera. Quando, mesi dopo, ci fu il processo la pena fu lieve, anche perché la linea di difesa del giovane si rivelò non proprio infondata. Ma il decreto anti stupro venne lo stesso convertito in legge, malgrado fosse evidente che, per una volta, il pm non aveva avuto tutti i torti. Morale della favola: viviamo tempi in cui c’è da temere l’introduzione per referendum della pena di morte. Altro che amnistia. Motivo in più per continuare a chiederla. Buon anno.

Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/bordin-line-del-4-gennaio-2014 [5]