Le voci dei detenuti, le celle superaffollate e la disperazione dei parenti. Viaggio nella casa circondariale napoletana
di Marco Piscitelli - pubblicato il 15/7/2013 sul MATTINO.IT
NAPOLI – Viaggio del Mattino.it nel carcere di Poggioreale, il più sovraffollato d’Italia. I numeri della struttura sono da brividi: la casa circondariale può contenere massimo 1350 persone. Oggi, invece, i detenuti nella struttura sono oltre 2800. Le celle “scoppiano” e in alcuni casi si trovano fino a 14 persone in pochi metri quadrati. Detenuti che condividono 24 ore su 24 spazi ristretti, bagni piccolissimi, ansie, dolore e attesa.
L’articolo 27 della Costituzione Italiana recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ma al carcere di Poggioreale (da poche settimane intitolato all’ex direttore Salvia), nonostante i grandi sforzi e sacrifici di tutti (direzione, agenti della polizia penitenziaria, educatori e volontari), quelle parole – su cui si fonda l’Italia – sembrano un sogno irrealizzabile. «Entrano nel carcere colpevoli di un reato che hanno commesso, escono dal carcere vittime di un reato che hanno subito», è la sintesi perfetta del cappellano della struttura, Don Franco Esposito.
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