di Massimo Martinelli pubblicato su Il Messaggero, il 03/07/13
“Chi teme il cambiamento difende vecchi privilegi”. Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, in un’intervista al Messaggero tende la mano agli avvocati dopo le polemiche sulle lobby: “Troviamo insieme un accordo”. E sull’emergenza carceri dice: “Farebbe comodo un’amnistia”. La riforma della giustizia resta centrale. “Il tunnel della giustizia italiana – spiega Cancellieri – richiede anni e anni di riforme molto serie. E so che tutto quello che stiamo facendo dà fastidio a qualcuno. Molte volte sono piccoli interessi di bottega, altre vere e proprie lobby”.
Ministro Cancellieri, la polemica con gli avvocati napoletani non si è ancora sopita e lei parla già di lobby che si oppongono alle riforme. Dove sono, esattamente?
“Sono sotto gli occhi di tutti. L’esistenza di queste lobby è evidente perché ogni cambiamento provoca delle reazioni molto forti quando non è gradito a tutti”.
Perché non è gradito il cambiamento?
“C’è sempre qualcuno che ha delle rendite di posizione che va a perdere. E quindi si oppone. Il cambiamento richiede coraggio, inventiva, mettersi in gioco. Significa imparare a fare cose diverse da quelle che si facevano fino al giorno prima. E parlo di ogni tipo di cambiamento, a qualunque livello di qualunque cosa si parli, c’è sempre qualcuno che lo contrasta perché comunque ha delle rendite di posizione perse. Poi, naturalmente, chi non conta nulla perde e basta. Chi ha alle spalle eserciti armati riesce a difendere le proprie posizioni”.
Chi è che ha da perdere qualche rendita in questo tunnel buio della giustizia italiana?
“Il tunnel della giustizia italiana richiede anni e anni di riforme molto serie. E so che tutto quello che stiamo facendo dà fastidio a qualcuno. Molte volte sono piccoli interessi di bottega, quindi non vere e proprie lobby ma piccoli campanilismi magari giustificati, penso al sindaco che si vede cancellare l’unica attività del suo comune che è il tribunale; ed è chiaro che la difende e cerca di opporsi. Può essere anche lecito, ma quello che manca e che è sempre mancato è capire come l’interesse generale debba essere così forte e così importante da predominare su tutto il resto”.
Oltre al sindaco del piccolo comune c’è la lobby degli avvocati che non manda giù la legge sulla mediazione obbligatoria. Perché non si convincono?
“Non tutti. Ho un incontro con loro a breve e sono sicura che troveremo un punto d’intesa. Basta fare le cose giuste nel migliore dei modi e sicuramente troveremo un’intesa. L’importante è che si lavori ad altissimi livelli dal punto di vista degli operatori”.
Gli avvocati, ad esempio, dicono che il tentativo di conciliazione è una inutile perdita di tempo.
“Può darsi che abbiamo ragione, non ho la bacchetta magica, però so che quando è stata applicata, la conciliazione ha dato degli ottimi risultati. Allora agli avvocati dico: proviamola, mettiamoci persone autorevoli e preparate a gestirla e sperimentiamola. Poi siamo sempre in tempo a cambiare, ma almeno proviamoci. Nessuno è infallibile, magari hanno ragione gli avvocati, ma almeno discutiamone senza preclusioni solo per principio”.
Lei vorrebbe l’amnistia?
“Non ho fatto nessun appello. Ho sempre detto che è una scelta politica”.
Però si capisce che è favorevole.
“Io ho un problema che devo risolvere che è quello del sovraffollamento ed è un problema notevole. E l’amnistia mi aiuterebbe molto. Questo non significa che se non c’è la volontà politica, vada fatta”.
Ha avuto segnali di recepimento dalla politica?
“No”.
State facendo anche la depenalizzazione.
“Stiamo lavorando parecchio su questo, c’è una commissione molto preparata al lavoro, presto avremo dei risultati”.
Il timore è che si depenalizzino reati minori ma che destano allarme sociale.
“Nessun reato che desta allarme sociale sarà depenalizzato”.
Cosa pensa di quell’anziano signore che per difendere la moglie ha sparato ad un rapinatore e adesso è accusato di omicidio volontario?
“Queste purtroppo sono situazioni molto complesse sulle quali è difficile dare giudizi senza conoscere la dinamica dei fatti. E io sinceramente non la conosco bene. Le armi sono sempre pericolose, ma su questa vicenda preferisco non fare commenti”.
C’è quell’articolo 52 sulla legittima difesa che è po’ ambiguo.
“Bisogna vedere a che tipo di pressione è stato sottoposto quel signore”.
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