di Fabrizio Ferrante, da epressonline.net, 18-06-2013
Napoli Est ridotta a discarica a cielo aperto. In arrivo una bonifica, ma i cittadini chiedono un impegno anche in fatto di prevenzione e di riqualificazione dei quartieri interessati.
Napoli Est è una delle tante zone della nostra città in perenne attesa di una bonifica e di una riqualificazione urbanistica dopo decenni di abusi edilizi e ambientali. Abusi che continuano ancora oggi, nonostante in passato già siano state spese ingenti somme per ripulire, almeno in parte, un’area che comprende i quartieri di Ponticelli, San Giovanni e Barra – sesta municipalità – e che continua a essere utilizzata come maxi discarica a cielo aperto. Almeno otto sarebbero i siti dove, abusivamente, vengono sversati rifiuti di ogni sorta generando inquinamento, degrado e un sensibile peggioramento delle condizioni di vita e di salute dei cittadini. Tra questi continua a dilagare la sfiducia verso le istituzioni e da queste parti non si chiede solo un ulteriore intervento di bonifica, bensì un impegno duraturo del Comune e dello Stato, affinché quanto avvenuto in questi anni possa non ripetersi più.
Del resto come spiegato dal presidente della sesta municipalità, Anna Gozzino, le bonifiche sono già avvenute in passato, sebbene dal 2008 a oggi non si registrano più interventi nell’area. Inoltre, appena pochi mesi dopo l’ultima bonifica ormai risalente a cinque anni fa, i 20 km che costituiscono la superficie dell’area erano già stati ricoperti di rifiuti di ogni tipo da chi ha interesse a lucrare su tale odioso traffico. C’è di tutto aNapoli Est, in superficie e nel sottosuolo e il sospetto che possa trattarsi anche di “materiale di importazione” è forte, data l’enorme quantità di rifiuti tossici, industriali, scarti di lavorazione, bidoni, fino a rifiuti più “normali” come carcasse d’auto, elettrodomestici, pneumatici e quant’altro. Come se tale elenco – parzialissimo – di rifiuti sversati a Napoli Est non bastasse, da queste parti si segnala massiccia anche la presenza di amianto.
Il Comune ha stanziato 500 mila euro attraverso una delibera che, prossimamente, porterà un’altra bonifica nell’area. Il timore resta tuttavia lo stesso, ovvero che una volta ultimato l’intervento e in assenza di misure strutturali oltre che di prevenzione – come la videosorveglianza – in poco tempo ci si ritrovi al punto di partenza. Napoli Est è un’area su cui si è discusso e su cui, fatalmente, si continuerà a discutere: il riferimento è alle infrastrutture mancanti per il completamento della filiera dei rifiuti e alla battaglia istituzionale fra chi vuole un nuovo inceneritore e chi, come il Comune, opta per un impianto di compostaggio. Due visioni antitetiche che si sono confrontate fino a chiamare in causa il Consiglio di Stato, ma che nel frattempo non hanno arginato il fenomeno degli sversamenti, né quello ancora più devastante dei roghi.
Gli incendi di rifiuti tossici vengono continuamente rilevati da queste parti e, a giudizio dei numerosi cittadini che hanno fornito foto e testimonianze inoltrate al Comune – segnatamente al vicesindaco, Tommaso Sodano – dalla Gozzino, questi rappresentano l’altra faccia del fenomeno. I roghi, infatti, consentono a chi sversa abusivamente di cancellare fisicamente i rifiuti e di liberare nuovo spazio per quelli da sversare successivamente. Un piano lineare che, in assenza di contromisure immediate, rischia di determinare uno stato di invivibilità che in zone come Barra, San Giovanni e Ponticelli è già palpabile oggi, date le condizioni di degrado e di abbandono in cui versano questi quartieri. Zone che, parafrasando l’urbanista Aldo Loris Rossi, andrebbero riqualificate anche attraverso una “rottamazione dell’edilizia spazzatura” in un contesto drammatico come Napoli Est, afflitto non solo dagli scempi ambientali ma anche da quelli urbanistici ed edilizi.
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