di Giuseppe Crimaldi, da ilmattino.it. 17-06-2013
Raccolta di firme in piazza del Plebiscito con il leader dei radicali. Pdl in piazza per Cosentino
Napoli per un giorno diventa il crocevia delle battaglie radicali, anzi della battaglia per eccellenza: quella sulla «giustizia giusta». Con una lunga no-stop in piazza del Plebiscito i radicali tornano a chiedere l’amnistia. È stato lo stesso leader Marco Pannella a rivolgere da Napoli un nuovo appello al Presidente della Repubblica. «Napolitano – ha detto – rivolga un messaggio alle Camere per annunciare l’amnistia, unico strumento tecnico per interrompere la flagranza di reato contro l’umanità e i diritti umani perpetrate nel nostro Paese. Al nuovo Capo dello Stato chiediamo di fare quanto il vecchio Capo dello Stato non ha fatto».
Il leader dei radicali ha così presentato la raccolta di firme per i 12 referendum, cinque dei quali sulla giustizia. «Le condizioni della nostra giustizia – ha detto Pannella – sono peggiori di 30 anni fa, quando Enzo Tortora veniva condannato innocente. Oggi ci sono le condanne ufficiali della giurisdizione europea, costituzionalizzata in Italia, nei confronti del nostro Paese per violazione dello Stato di diritto e dei diritti dell’uomo».
Dal palco hanno dato l’adesione ai referendum sulla giustizia il presidente della Commissione giustizia del Senato Nitto Palma, a nome del Pdl (con esclusione di quello sull’abolizione dell’ergastolo), il deputato del Pd Daniele Giachetti, il senatore del Pdl Luigi Compagna, il presidente della Camera Penale di Napoli Domenico Ciruzzi, l’urbanista Aldo Loris Rossi, il cappellano del carcere di Poggioreale Don Franco Esposito. Presenti anche il consigliere regionale del Pse Corrado Gabriele, il deputato del Pdl Luigi Cesaro e l’ex parlamentare Alfonso Papa.
Per Nitto Palma «in Italia vi sono ancora tanti Enzo Tortora, ed è sempre utile ricordarli: ecco perché aderiamo convintamente ai referendum sulla giustizia, con l’unica eccezione di quello sull’abolizione dell’ergastolo. Il 25 per cento della popolazione carceraria è in attesa di giudizio e il 50 di esso viene poi assolto perché le impostazioni dell’accusa non trovano riscontro nelle decisioni dei giudici». Inevitabili i riferimenti anche al caso di Nicola Cosentino, coinvolto e arrestato nell’ambito di indagini sulla camorra casertana. «La vicenda di Cosentino – ha dichiarato Compagna – si iscrive nel contesto di una giustizia che merita questa campagna referendaria».
Rispondendo alle domande dei giornalisti, la dirigente radicale Rita Bernardini ha detto: «Alla Camera ci siamo pronunciati sull’arresto di Cosentino e ribadiamo che vogliamo la verità dei fatti. Siamo contro la custodia cautelare quando non c’è un pericolo serio, e in Italia, dove almeno il 40 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio, se ne fa abuso». «Su carceri e ius soli – ha aggiunto Marco Di Lello, capogruppo socialista alla Camera – il governo Letta ha dato i primi segnali positivi ma ancora insufficienti: perciò continueremo la battaglia nelle piazze, insieme con i Radicali, e in Parlamento a sostegno delle proposte di legge socialiste».
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