di Paolo Griseri, da “Repubblica”, 28-04-2013
TORINO – Alfano e Cancellieri? «Quando mi è capitato, con loro ho lavorato bene. Poi certo sarà necessario valutarli per quel che faranno nei prossimi mesi». Il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli commenta così la nomina di due ministri chiave per l’ amministrazione della giustizia. Dottor Caselli, qual è il suo giudizio sui nuovi titolari dei due dicasteri? «Premetto che il mio giudizio non riguarda, e non potrebbe, le questioni politiche che hanno portato alla formazione di questo governo. Il giudizio sui due nuovi ministri potremo darlo quando li avremo visti all’ opera. Posso però dire qual è stata finora la mia esperienza».
Qual è il suo giudizio su Angelino Alfano, ministro dell’ interno? «Personalmente sono sicuro di trovare con lui un buon rapporto tecnico. Quando era ministro della giustizia, abbiamo avuto contatti sempre costruttivi. All’ epoca la Procura di Torino venne individuata come procura pilota per l’ informatizzazione degli uffici. Poi c’ è invece il capitolo delle leggi ad personam sulle quali il mio giudizio non può che essere negativo». Anna Maria Cancellieriè il ministro dell’ interno uscente. Qual è la sua opinione su di lei? «E’ stata unanimemente apprezzata e non solo per la gestione dell’ ordine pubblico. Le sue direttive hanno sempre mostrato una persona attenta al rispetto dei diritti. Si è distinta anche per il coraggio e la sensibilità dimostrati in alcuni episodi come nel caso delle incredibili manifestazioni a Ferrara volte a coinvolgere la madre di Federico Aldovrandi. A mio parere Cancellieri ha doti anche per eccellere anche alla guida del ministero della Giustizia anche se si tratta di un compito da far tremare le vene ai polsi. Sia per le riforme necessarie sia per il nodo dei rapporti tra certa politica e la magistratura che non possono risolversi con un colpo di spugna».
Secondo lei quali sono i nodi che dovranno affrontare i due ministri? «Mi auguro e tutti ci auguriamo che il nuovo ministro dell’ interno non debba affrontare le conseguenze dell’ inasprirsi dei conflitti sociali che possono sfociare in episodi violenti». E il lavoro del prossimo ministro della giustizia? «C’ è molto da fare. Dalla nuova legge sulla corruzione a quella che deve punire l’ autoriciclaggio, alla formulazione di un nuovo reato di scambio per mafia (articolo 416 ter). Insieme ad alcuni robusti e incisivi ritocchi alla procedura, per usare un eufemismo, che necessariamente dovranno essere adottati per il migliore funzionamento del processo penale. C’ è da affrontare il drammatico problema del sovraffollamento delle carceri con una radicale depenalizzazione. C’ è da investire nella informatizzazione degli uffici giudiziari.E c’ è da prendere di petto il problema, ormai drammatico, dell’ adeguamento degli organici del personale ausiliario, cancellieri e segretari. Nella situazione attuale gli uffici fanno fatica anche per l’ ordinaria amministrazione. Nessun intervento è urgente quanto questo»
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