di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net [3], 25-04-2013
Nei giorni scorsi è ripresa la mobilitazione radicale a Napoli. Tema della battaglia partita lo scorso 23 aprile a piazza dei Martiri con il primo tavolo di raccolta firme, è la legge di iniziativa popolare denominata “Eutanasia legale”. La proposta, lanciata dall’associazione Luca Coscioni, coinvolge i militanti in tutta Italia con l’obiettivo di raggiungere quota 50 mila firme, ovvero quelle necessarie a condurre in Parlamento il testo che si propone di introdurre nell’ordinamento l’eutanasia e il testamento biologico. Presenti al primo tavolo assieme ai militanti dell’associazione radicale Per la grande Napoli, il segretario di Radicali Italiani, Mario Staderini e Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni. Sullo sfondo, la situazione politica nazionale, il dramma delle carceri e la campagna referendaria che a breve prenderà il via. Per i Radicali, insomma, si prepara un’estate di mobilitazione e di duro lavoro.
La giornata inaugurale della raccolta firme per “Eutanasia Legale” ha portato in dote oltre 100 firme, mentre un altro momento utile per sottoscrivere a Napoli la proposta è venerdì sera, 26 aprile. Dopo le ore 22, infatti, a piazza Bellini sarà presente un tavolo dell’associazione radicale Per la grande Napoli dove si cercherà di sensibilizzare un bacino di elettorato giovane e normalmente aperto verso l’estensione dei diritti. Presenti al tavolo inaugurale, assieme ai militanti, dirigenti nazionali come Mario Staderini e Filomena Gallo che hanno rilasciato alcune significative dichiarazioni in esclusiva per il Radicale Libero e dirigenti locali come Donato Salzano, dei radicali salernitani “Maurizio Provenza”, Giancarlo Nobile della Consulta Laica napoletana e i vertici dell’associazione “Per la Grande Napoli”. . In piazza anche Andrea Furgiuele, dell’associazione radicale “Ernesto Rossi”.
Oltre al fronte eutanasia, è sempre viva la battaglia per le carceri. Un tema che a Napoli ha visto una partecipazione altissima da parte dei parenti dei cittadini detenuti – ancora ieri c’è stato chi ha chiesto l’amnistia – che a breve potranno nuovamente contare sul supporto fisico di Luigi Mazzotta e degli altri militanti napoletani. Così l’ex segretario della “Grande Napoli” su Facebook, ha descritto la situazione gravissima delle code all’esterno del penitenziario partenopeo, che stanno pian piano degenerando in episodi sempre meno degni di uno stato civile: “Mi e’ arrivata una notizia che fa rabbrividire! Nella giornata di martedì scorso durante l’attesa in fila per la visita dei parenti ai detenuti del carcere di Poggioreale si sono verificati disordini tra gli stessi parenti e sono volate urla, offese ed anche atti di violenza. Questa e’ la dimostrazione del nostro Stato delinquente che continua ad infierire contro masse di disperati accatastati dietro ad una transenna. Tra non molto riprenderemo i sit-in mattutini alle 7 del mattino in sostegno ai parenti. Voglio sperare che il Presidente Napolitano possa lanciare un messaggio alle Camere per discutere il provvedimento su amnistia, indulto, misure alternative alla detenzione e riforma del sistema penitenziario. Siamo uno Stato criminale, delinquente e professionale. Diciamo basta al sovraffollamento delle carceri, ormai siamo sull’orlo di una crisi di nervi”.
Nel frattempo, Marco Pannella ha lanciato un nuovo grande Satyagraha di cinque giorni, a partire dal 26 aprile fino al 30. Un’iniziativa che dà continuità ai cinque giorni di sciopero totale della fame e della sete, interrotto da Pannella in riferimento a quello della sete, nella giornata del 24 aprile. La speranza è che, come auspicato anche da queste pagine alcuni mesi fa una ritrovata normalità all’interno delle istituzioni possa condurre a un’assunzione ufficiale di responsabilità del Capo dello Stato col messaggio alle Camere, oltre che a una nuova visione del problema Giustizia possibilmente scissa dalle vicende riguardanti Silvio Berlusconi o altri personaggi più o meno eccellenti. La “prepotente urgenza” è sempre lì. Presidente Napolitano, nulla da dichiarare?
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